Scavano un parcheggio e scoprono “Pompei prima di Pompei”. Emersa una necropoli pre-romana

Nell’ambito dei lavori di “Ammodernamento della Circumvesuviana e degli Interventi di compatibilizzazione urbana della linea ferroviaria del Comune di Pompei”, la realizzazione di un parcheggio interrato in Via Fucci, situato alle spalle della stazione ferroviaria di Pompei Santuario, ha portato a scoperte archeologiche di notevole importanza. In particolare, è stato individuato un sito di notevole frequentazione antecedente alla deduzione coloniale romana, localizzato a circa 400 metri a est di Porta Sarno del Parco Archeologico di Pompei.

Durante un sopralluogo congiunto dei giorni scorsi, al quale hanno partecipato la Soprintendenza ABAP per l’area Metropolitana di Napoli, rappresentata dal Soprintendente architetto Mariano Nuzzo e dalla Funzionaria Archeologa dottoressa Simona Formola, insieme al Direttore Generale dell’EAV, dottor Umberto De Gregorio, al Coordinatore delle opere civili del Consorzio Ferroviario Vesuviano, ingegnere Mario Barbati, e al Sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, è emerso il dato più interessante: la scoperta di una necropoli preromana. Questa necropoli, che copre un arco cronologico dal III al I secolo a.C., è composta, allo stato attuale delle conoscenze, da 35 sepolture.

Le sepolture rinvenute sono di varia tipologia: inumazioni in semplici fosse terragne, a semicappuccina o con copertura di anfore, tutte di importazione nord-africana, alcune con bolli in lingua punica. Le anfore sono posizionate alternando il collo e il puntale, in un numero ricorrente di sette. Gli oggetti di corredo ritrovati sono pochi, principalmente unguentari e monete, ma ciò che ha sorpreso gli archeologi è l’ottimo stato di conservazione dei reperti osteologici, dovuto all’immersione delle sepolture nell’acqua di falda. Questa condizione ha permesso di avviare una campagna di indagine paleantropologica sui resti.

A seguito di questi eccezionali rinvenimenti, il Soprintendente Nuzzo ha dichiarato: “È necessario proseguire ed ampliare ulteriormente l’area di indagine per completare il quadro conoscitivo della necropoli e delineare la fisionomia del paesaggio antico che caratterizzava il suburbio orientale di Pompei, di cui ancora poco si conosce. Grazie all’archeologia preventiva e all’azione sinergica tra Soprintendenza, Comune ed EAV, che ha consentito di condividere procedure ed obiettivi, si stanno raggiungendo risultati importanti nell’ambito della tutela e valorizzazione di un territorio di rilevanza cruciale dal punto di vista storico ed archeologico. Contiamo di condividere a breve nuovi dati dal prosieguo degli scavi”.

L’area destinata alla costruzione dell’opera era già stata interessata da indagini preliminari, con l’allora Soprintendenza di Pompei che aveva espresso parere favorevole nel 2007, parere riconfermato dalla Soprintendenza Speciale di Napoli e Pompei nel 2009 e nel 2010. Tali indagini, tra cui carotaggi geoarcheologici e trincee, avevano rivelato la presenza di livelli del 79 d.C. a profondità superiori ai sei metri dall’attuale piano di campagna, immersi in falda.

Gli scavi recenti, iniziati nella primavera del 2023 sotto la direzione della Soprintendenza per l’Area Metropolitana di Napoli, hanno confermato la presenza di estesi campi arati perfettamente conservati sotto la spessa coltre di pomici dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. Questo sistema di solchi e porche antiche, orientato in senso nord-sud e impostato sui livelli protostorici, indicava coltivazioni prevalentemente di ortaggi, che rifornivano i mercati pompeiani prossimi al percorso dell’antico fiume Sarno, allora molto più vicino alla città rispetto ad oggi. Attualmente sono in corso analisi dei macroresti e pollini per caratterizzare nel dettaglio il tipo di ortaggio coltivato. Tuttavia, le dimensioni dei resti superficiali e la distribuzione degli apparati radicali suggeriscono la coltivazione di piante pluriennali, probabilmente carciofi.

Grazie all’uso di pompe idrovore, sono state realizzate opere di contenimento ed eseguiti saggi di controllo a circa 7,50 metri dal piano di campagna, in corrispondenza dei sottoservizi funzionali all’autorimessa. Qui è stato individuato un canale, paleoalveo di origine antropica con andamento nord-sud, che conteneva materiale di natura diversa, appartenente probabilmente a contesti funerari devastati: centinaia di frammenti di tegole, un grosso quantitativo di frammenti di dolia e anfore, una ventina di columelle in pietra lavica locale, tegole con bolli in lingua osca, e reperti lignei di notevoli dimensioni. Particolarmente interessante è il rinvenimento di una testa femminile in tufo grigio campano con tracce di colore rosso nell’acconciatura dei capelli.

È probabile che il canale, caratterizzato principalmente da materiali pertinenti a contesti funerari devastati, sia da riferire al riassetto territoriale avvenuto durante l’età sillana, dopo la deduzione coloniaria di Pompei nell’89 a.C. Le indagini continuano, così come le analisi archeobotaniche e paleoantropologiche, nell’ottica di una documentazione multidisciplinare del contesto archeologico, che sta restituendo una messe di dati di assoluto interesse.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa