Scavi a Ferrara portano in luce la calda pavimentazione medievale pubblica in mattoni collocati a lisca di pesce

Gli archeologi, che lavorano contestualmente al cantiere, in queste ore hanno svelato diverse porzioni dove i mattoni, posti di taglio, delineano il tracciato dell’antica area aperta che ‘guardava’ il Castello estense. Sul lato Est si trova il profilo della muratura attualmente più rilevante, ma stanno emergendo tracce anche sul lato opposto. Poco oltre è venuta alla luce, scavando più a fondo (fino a un metro circa di profondità), un’altra pavimentazione che gli studiosi stanno ponendo a confronto con la situazione del quartiere precedente alla costruzione del Castello (1385)

Emergono le porzioni dell’antica pavimentazione medievale dagli scavi in corso in piazza Savonarola e, con esse ulteriori frammenti forse riconducibili all’epoca precedente alla costruzione del Castello estense, le coperture a ‘spina di pesce’, le fondazioni della via coperta dei tempi di Alfonso I d’Este (al potere dal 1505 al 1534).

Già nei primi tre giorni di scavi sono quindi diversi gli elementi raccolti dagli archeologi di Phoenix archeologia, incaricata dal Comune, con il coordinamento della Soprintendenza.

L’area – di circa mille metri quadrati – è interessata da lavori di rifacimento della copertura in porfido che integrano quelli, da poco conclusi, in largo Castello.

Gli archeologi, che lavorano contestualmente al cantiere, in queste ore hanno svelato diverse porzioni dove i mattoni, posti di taglio, delineano il tracciato dell’antica area aperta che ‘guardava’ il Castello estense. Sul lato Est si trova il profilo della muratura attualmente più rilevante, ma stanno emergendo tracce anche sul lato opposto. Poco oltre è venuta alla luce, scavando più a fondo (fino a un metro circa di profondità), un’altra pavimentazione che gli studiosi stanno ponendo a confronto con la situazione del quartiere precedente alla costruzione del Castello (1385).

Novità anche sotto via Coperta, il camminamento protetto situato al piano nobile del palazzo Municipale, sostenuto da cinque arcate. Qui gli scavi hanno portato alla luce i segni dell’antico ampliamento della via, risalente ad Alfonso I d’Este. In particolare sono stati trovati, lungo le pareti, nelle fondazioni, i punti di ampliamento, che corrispondono a quelli rilevati in altezza durante i restauri del primo piano, nel 2005.

“Un cerchio che si chiude”, spiega la dottoressa Chiara Guarnieri, coordinatrice della squadra di archeologi. La corrispondenza tra elementi storici è stata rinvenuta anche nella pavimentazione: la disposizione dei mattoni – a ‘spina di pesce’ – emersa nell’ area aperta antistante il Castello è del tutto uguale a quella trovata in corso Martiri della Libertà, nei precedenti lavori di ripavimentazione, del 2010.

Un grazie a Guarnieri e alla sua squadra lo esprime il sindaco Alan Fabbri: “La ricchezza della storia continua a emergere e si svela grazie all’attento e scrupoloso lavoro degli archeologi, che ringrazio. Le ripavimentazioni delle aree che guardano il Castello consentiranno quindi non solo di dare una cornice degna al monumento simbolo di Ferrara, ma anche di acquisire importanti e nuovi elementi per ricostruire il passato della città”.

L’esito delle rilevazioni nel sottosuolo (lo scavo che viene realizzato nel contesto del cantiere è mediamente di circa 40 centimetri al di sotto della superficie) attualmente oggetto di studi e approfondimenti, sarà infatti condensato in un lavoro divulgativo a uso anche delle scuole, in un progetto promosso da Amministrazione e Soprintendenza. Le antiche pavimentazioni saranno messe in sicurezza, protette da apposite coperture, prima della posa del sottofondo, quindi della ripavimentazione, che avverrà con cubetti di porfido di dimensioni maggiori di quelli attuali, per migliorare le performance stradali e per dare omogeneità alla piazza rispetto alla superficie di corso Martiri della Libertà.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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