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Un’azienda vinicola enorme – probabilmente la maggiore del mondo, in quell’epoca – che aveva la capacità di produrre – 1500 anni fa – circa 2 milioni di litri di vino all’anno e che disponeva di una filiera completa interna, con la produzione di tutto ciò che era indispensabile, compresi i contenitori in terracotta per la commercializzazione del prodotto. La scoperta è stata compiuta in Israele, non lontano da Gaza.
Il centro di produzione non era, naturalmente musulmano – Maometto sarebbe nato qualche decennio dopo, nel 570 – ma cristiano e faceva riferimento all’impero romano d’Oriente. La grandezza del sito produttivo era probabilmente anche da collegare al successo che il vino prodotto nella terra di Cristo poteva suscitare nei consumatori cristiani del Mediterraneo. Gli archeologi, coordinati dall’Autorità israeliana hanno portato alla luce 5 vasche per la pigiatura dell’uva – ognuna delle quali larga 225 metri quadrati – quattro forni per la cottura dell’argilla, anfore e contenitori di varie dimensioni, nonchè due grandi tini ottogonali nei quali veniva inserito il mosto. Quindi torchi da vino e ogni tipo di utensile, nonchè cantine di stoccaggio dei prodotti.