Una statua risalente al periodo imperiale romano è stata trovata nei giorni scorsi nell’antica città di Veria, in Grecia. Il manufatto, che presenta elementi stilistici di elaborata eleganza, non fu ultimata dallo scultore.
A giudizio degli archeologi che hanno compiuto lo scavo d’urgenza, nel corso di un intervento edilizio su uno dei pochi appezzamenti di terreno rimasti senza costruzione, nel centro della città, esistono molti indizi che inducono a pensare che l’opera fosse in uno stato avanzato di elaborazione quando, per motivi sconosciuti, il lavoro venne interrotto e non portato a termine da nessun altro artefice. Tra le ipotesi in campo, in queste ore, quella che il giovane con mantello fosse una rappresentazione di Apollo o di Ermes. La scultura presenta assonanze con le opere di ciò che sarebbe stato il “non finito” michelangiolesco.
La notizia dalla scoperta è stata comunicata nelle scorse ore dal Ministero della Cultura e del Turismo.
“Nel centro dell’antica, ma anche della moderna Veria, molto vicino al sito archeologico visitabile di Agios Patapios, in uno scavo di salvataggio dell’Eforato delle Antichità di Imathia, in uno dei pochi appezzamenti non ricostruiti della città, è stato compiuto venerdì 17 dicembre, un ritrovamento inaspettato. E’ stata portata alla luce una statua in marmo di quasi un metro (circa 3/5 del naturale) che risale all’epoca imperiale romana”.
Veria o Veroia (in greco: Βέροια) è un comune della Grecia situato alla periferia della Macedonia Centrale, in una zona di pianura. La città ha circa 66mila abitanti. La romanità del luogo ha radici profonde.
Dopo la battaglia di Pidna del 168 a.C. e la sconfitta dell’ultimo sovrano macedone, Perseo, il regno di Macedonia fu conquistato dai Romani e la città appartenne dal 148 a.C. alla provincia di Macedonia. Subì la presenza delle armate di Pompeo subito prima della battaglia di Farsalo del 48 a.C. Veria fu a capo del koinon (associazione provinciale) di Macedonia, ospitandone il sinedrio. Organizzava giochi e celebrazioni in onore degli imperatori con competizioni sportive o letterarie ed era sede del culto imperiale. Nel 56 ottenne il titolo onorifico di “metropoli”.
Con una clamidia – cioè il mantello – gettata intorno alla spalla sinistra e avvolta intorno al braccio, il giovane nudo dal corpo atletico emerge dal volume del marmo, richiamando motivi classici, immagini di statue legate ad Apollo o ad Ermes. È il lavoro di un artigiano molto abile che, però, non è mai stato portato a termine.
“Per qualche ragione, lo scultore, nonostante fosse a un punto molto avanzato nell’elaborazione degli aspetti principali della scultura – dice un comunicato del Ministero – arrivando a una fase quasi definitiva, decise di abbandonare lo sforzo, lasciando il lavoro incompiuto. Questo fatto rende la statuina particolarmente preziosa per lo studio, non solo dello stile, ma soprattutto delle tecniche di produzione di queste opere, copie esatte o anche più libere ripetizioni di originali famosi, e ci aiuta ad avvicinarci alla scuola veroiana – cioè alla scuola artistica della città stessa – da un altro punto di vista, quello della scultura, che appare con tratti particolarmente riconoscibili già in età ellenistica e raggiunge il suo apogeo al tempo della grande prosperità della città, quando regnarono gli Antonini. Lo scavo sta proseguendo”.
All’interno della storia romana si definisce abitualmente età degli Antonini o degli Imperatori adottivi (o Imperatori d’adozione) il periodo che va dal 96 (elezione di Nerva) al 180 (morte di Marco Aurelio). La statua recuperata apparterebbe al periodo finale della cultura degli Antonini e sarebbe databile al II o III secolo d.C.