Poco più a valle, i legionari romani “mitragliavano” utilizzando fionde e proiettili di piombo. Gli antichi abitanti della Svizzera cercavano di fare resistenza, ai passi, ma venivano spazzati via da gragnuole di colpi. Le cime venivano controllate dagli italici.
Una nuova scoperta archeologica nei Grigioni sta riscrivendo la storia della presenza romana nelle Alpi. Ad Oberhalbstein, nella remota zona di Crap Ses, tra Cunter e Tiefencastel, è stato individuato un accampamento militare romano, che fu, con tutta evidenza trasformato in un forte, a 2200 metri di altitudine, risalente al 3° o 2° decennio a.C. Siamo quindi nelle fasi di conquista finale, quelle più accese.
Questo accampamento, finora sconosciuto, è stato localizzato nel corridoio di Colm la Runga, un luogo strategico situato ben 900 metri sopra l’antico campo di battaglia che già da anni è oggetto di studio da parte degli archeologi. Ma vediamo di inquadrare la situazione storica per capire l’importanza del ritrovamento.
I primi abitanti degni di nota che si stabilirono nell’area dell’odierna Svizzera furono alcune tribù di origine celtica, intorno al 1500 a.C. Poi i Reti occuparono la zona orientale, mentre gli Elvezi si insediarono a ovest.
Nel 58 a.C., gli Elvezi tentarono di sfuggire alla pressione delle tribù germaniche migrando verso la Gallia, ma furono sconfitti dagli eserciti di Giulio Cesare a Bibracte e costretti a ritirarsi.
Nel 15 a.C., l’imperatore Augusto conquistò la regione alpina, integrandola nell’Impero Romano. L’area occupata dagli Elvezi divenne parte della Gallia Belgica e successivamente della provincia della Germania Superiore, mentre la zona orientale fu incorporata nella provincia romana della Rezia.
Nei tre secoli successivi, la regione vide una significativa colonizzazione romana, con la costruzione di una rete stradale e la fondazione di numerose colonie e città. Il centro dell’occupazione romana era Aventicum (Avenches), mentre altre città fondate dai romani includevano Arbor Félix (Arbon), Augusta Raurica (vicino a Basilea), Basilea, Curia (Coira), Genibra (Ginevra), Losanna, Octodurum (Martigny), Saytlodurum (Soletta) e Turicum (Zurigo). Guarnigioni militari erano stanziate a Tenedo (Zurzach) e Vindonissa (Windisch).
Lidar: la tecnologia che svela i segreti del passato
La scoperta dell’accampamento fortificato romano è avvenuta grazie all’uso di una tecnologia all’avanguardia: il LiDAR (Light Detection and Ranging). Questo sistema di scansione laser del terreno permette di creare modelli digitali ad altissima risoluzione, in grado di rivelare anche le più sottili differenze di altezza nel paesaggio. “È incredibile come il LiDAR possa trasformare la nostra comprensione del territorio”, ha dichiarato uno dei ricercatori coinvolti. “Attraverso questi modelli, siamo stati in grado di identificare una struttura fortificata sulla sommità della collina, composta da tre fossati e un muro difensivo. È chiaramente un accampamento militare romano, perfettamente conservato”.
Il LiDAR non è nuovo nel campo dell’archeologia, ma la sua applicazione in un contesto montano così remoto è un esempio di come la tecnologia possa superare i limiti tradizionali della ricerca sul campo. In passato, scoprire un sito archeologico a questa altitudine sarebbe stato estremamente difficile, se non impossibile, a causa della vegetazione e del terreno impervio. Oggi, grazie ai dati LiDAR forniti da Swisstopo, gli archeologi possono esplorare digitalmente queste aree e individuare con precisione luoghi di interesse.
Un accampamento romano in una posizione strategica
La posizione dell’accampamento sul Colm la Runga non è casuale. Situato a 2200 metri di altitudine, l’accampamento offre una vista panoramica su alcune delle valli più importanti della regione, tra cui la Landwassertal, l’Albulatal, il Domleschg e il Surses. Questa posizione permetteva ai romani di controllare le vie di accesso e di comunicazione tra le diverse valli, nonché di sorvegliare il passo di Lenzerheide, che allora era un passaggio strategico.
“Da qui, i soldati romani potevano monitorare e difendere le vie di comunicazione cruciali per l’Impero”, ha spiegato uno degli archeologi. “La scoperta di armi e equipaggiamenti militari, tra cui fionde e chiodi per scarpe appartenenti alla 3a Legione romana, ci permette di collegare direttamente questo accampamento con la battaglia di Crap Ses. Questo accampamento non era solo una postazione di difesa, ma faceva parte di un sistema militare più ampio utilizzato dai romani per consolidare il loro controllo sulle Alpi”.
Ricerche in corso: nuovi ritrovamenti e nuove scoperte
Le ricerche sull’accampamento romano sono tuttora in corso e stanno già portando a scoperte significative. Dal 2021, la cattedra Vindonissa dell’Università di Basilea, in collaborazione con il Servizio archeologico dei Grigioni, sta studiando il paesaggio del conflitto romano nell’area di Crap Ses. Nell’autunno del 2023, un rilevatore volontario del Gruppo di lavoro Prospezione Svizzera ha scoperto la struttura del terreno che ha portato all’individuazione dell’accampamento, utilizzando i dati LiDAR. Da allora, sono state condotte indagini geofisiche e una documentazione non distruttiva del sito.
Nel luglio 2024, un team di studenti dell’Università di Basilea, insieme a volontari esperti, ha iniziato a scavare nel sito, concentrandosi sui fossati e sulle strutture interne dell’accampamento. I ritrovamenti includono armi, equipaggiamenti e altri manufatti appartenenti ai soldati romani. Tra gli oggetti più interessanti vi sono i mirini di fionda, che recano il marchio della 3a Legione romana, confermando la presenza di questa unità militare nell’area.
“Ogni nuovo ritrovamento ci offre un pezzo del puzzle”, ha dichiarato uno degli studenti coinvolti negli scavi. “Stiamo iniziando a comprendere meglio come i romani utilizzavano queste fortificazioni per controllare il territorio e proteggere le loro vie di comunicazione attraverso le Alpi”.
Un’importanza archeologica di portata internazionale
La scoperta dell’accampamento romano sul Colm la Runga ha un’importanza che va oltre i confini della Svizzera. “Questo sito è eccezionale a livello internazionale”, ha sottolineato un esperto di archeologia romana. “Grazie alle tecnologie moderne, possiamo ora seguire con precisione l’avanzata delle forze romane attraverso le Alpi su diverse decine di chilometri. Dalla Bregaglia, attraverso il passo del Septimer, fino alla zona di Tiefencastel e oltre, possiamo tracciare il percorso dei soldati romani verso Coira e la valle alpina del Reno”.