Gli scavi archeologici nel quartiere Giv’at Hamatos di Gerusalemme hanno portato alla scoperta di un antico acquedotto risalente all’epoca romana, un tesoro storico che risale ai tempi di Gesù Cristo. Questo straordinario ritrovamento getta nuova luce sulla storia della città e offre un’opportunità unica per comprendere il suo passato.
L’acquedotto, che venne costruito probabilmente sotto il regno di re Erode, aveva la fondamentale funzione di trasportare l’acqua da Betlemme a Gerusalemme, rifornendo le case dell’élite cittadina, tra cui il sontuoso palazzo di re Erode stesso. Nel condotto è stata scoperta anche una moneta risalente al 67/68 d.C., coniata durante la prima rivolta ebraica contro le forze di occupazione romane.
Gli scavi sono stati condotti dall’Autorità Israeliana per le Antichità, e i responsabili degli scavi, Ofer Sion e Rotem Cohen, hanno sottolineato l’importanza storica dell’acquedotto. Durante il periodo del Secondo Tempio, Gerusalemme sperimentò una notevole crescita, e la costruzione di questo sistema idrico complesso divenne essenziale per soddisfare le crescenti esigenze idriche della città. Gli acquedotti furono un capolavoro di ingegneria dell’epoca e contribuirono notevolmente al benessere e alla prosperità di Gerusalemme.
L’Acquedotto Superiore, uno dei due sistemi idrici costruiti, portava l’acqua alla Città Superiore, che oggi corrisponde ai quartieri ebraici e armeni della città, mentre l’Acquedotto Inferiore riforniva direttamente il Monte del Tempio. La particolarità dell’Acquedotto Superiore è che ha continuato a fornire acqua a Gerusalemme anche dopo la distruzione del Secondo Tempio nel 70 d.C. da parte della Decima Legione Romana, che si stabilì nella Città Alta.
Gli archeologi hanno fatto una scoperta sorprendente durante gli scavi: 25 monete sparse lungo le fondamenta dell’acquedotto risalenti ai giorni della 10a Legione Romana. Questo suggerisce che le monete furono collocate lì intenzionalmente. Inoltre, è stata trovata una moneta della Grande Rivolta Ebraica contro i Romani, risalente al 67-68 d.C., incorporata nella direzione delle fondamenta dell’acquedotto stesso.
Questa scoperta unica potrebbe finalmente consentire una datazione precisa delle diverse fasi della costruzione degli acquedotti di Gerusalemme e forse anche gettare luce sull’origine dei loro costruttori, che potrebbero essere stati gli Asmonei o il re Erode.
L’Autorità per le Antichità Israeliane ha sottolineato l’importanza di questa scoperta per la comprensione della storia di Gerusalemme, dall’epoca del Secondo Tempio fino alla sua ricostruzione dopo la rivolta ebraica e la sua trasformazione in Aelia Capitolina, una città pagana.
Eli Eskozido, direttore dell’Autorità per le Antichità Israeliane, ha dichiarato: “Gli acquedotti di Gerusalemme raccontano la storia della città. Ci auguriamo che questa importante scoperta, in collaborazione con il Comune di Gerusalemme, possa essere preservata e presentata al pubblico quanto prima, per permettere a tutti di immergersi nella ricca storia di questa città millenaria”.