Scoperto il piccolo granchio che guardava i dinosauri e che non poteva aver paura dei secchielli dei bambini

Nell'ambra -che è resina fossilizzata - è stato trovato un esemplare di 100 milioni di anni fa. Le origini della magia dell'ambra e la sua presenza nella storia umana collegata alla presenza - pur rara - di piccoli animali imprigionati e al comportamento imprevedibile di questa "pietra solare"

E’ il granchio fossile più completo. Ha 100 milioni di anni e attorno a sé aveva un mondo dominato da creature gigantesche, come i dinosauri.

Naturalmente gli uomini erano ben al di là da venire. Il tenero e perfetto granchietto trovato recentemente in Myanmar – l’ex Birmania – zampettava sulla sabbia e forse cercava un po’ di ombra, quando rimase imprigionato in una – prima – goccia di resina essudata da una conifera che si protendeva verso la spiaggia. Rimase così bloccato per sempre, mentre l’albero continuava a produrre resina che aumentava le dimensioni di questa “bara di cristallo” che, nel tempo, si è fossilizzata.

Sì, ha 100 milioni di anni, questo simpatico esemplare di crostaceo studiato e fotografato da Xiao Jia del Museo dell’Ambra Longin. Si chiama Cretapsara athanata, che significa “lo spirito immortale delle nuvole e dell’acqua gessosa”. Javier Luque, autore principale dello studio e ricercatore post-dottorato presso il Dipartimento di biologia organica ed evolutiva di Harvard, ha affermato che “è il granchio fossile più completo mai scoperto”. Insomma: come sostiene Science Advances è il primo granchio fossile conosciuto dell’era dei dinosauri. Per i paleontologi questa scoperta è importante perchè ci porta una porzione perfettamente conservata di un micro-ambiente di 100 milioni di anni fa.

L’ambra è, come ben sappiamo, la resina emessa dalle conifere che successivamente con il tempo si fossilizza e in alcuni casi si solidifica conservando resti vegetali, fungini o animali tra cui artropodi e, molto più raramente, vertebrati. In Europa essa ha sempre avuto una valenza magico-terapeutica ed estetica. Certamente era ostentata come status symbol per la sua bellezza e per l’aura magica che emanava e per i misteriosi fenomeni di micro-elettricità che produceva. Già in tempi antichissimi l’ambra veniva commercializzata e e raggiungeva, dal nord, anche i più sperduti villaggi dell’Italia e del Mediterraneo.
Attualmente si raccoglie comunemente in Polonia, Lituania, Lettonia, Russia, Danimarca, Germania e Svezia. La sua lavorazione è molto diffusa nei paesi che si affacciano al mar Baltico quali: Polonia, Lituania, Lettonia, Germania e Svezia. L’ambra , in tempi moderni, impiegata nella produzione di impugnature di bastoni, collane, orecchini, braccialetti, anelli, bocchini per sigarette e cannelli di pipe.

I greci chiamavano questo singolare prodotto elektron ed è legata all’ambra la scoperta, in tempi antichissimi, dei fenomeni elettrici. Il sostantivo elettricità nasce infatti dal nome greco dell’ambra, elektron, appunto. Se strofinata, questa materia può produrre elettricità statica che è l’accumulo superficiale e localizzato di cariche elettriche su un corpo. Probabilmente i nostri antenati osservarono la capacità dell’ambra di attirare a sé i capelli, grazie a una forza misteriosa che, in determinate giornate – quelle secche e ventose – poteva produrre anche una scossa. La nascita della coscienza della presenza di fenomeni invisibili di natura elettrica fu probabilmente legata a una collana o a un pettine – o all’azione di entrambi – che, in alcuni giorni attiravano verso di sé le ciocche di capelli e producevano piccole scosse elettriche che si producevan in modo frequente quando ci si pettinava.

Un fenomeno elettrostatico: pelo del gatto e polistirolo

Questa elettricità statica viene prodotta per strofinio di materiali isolanti. Durante lo strofinio o il reiterato ciondolare – come avviene in una collana – gli elettroni vengono perturbati e “strappati” – e facciamo l’esempio dei capelli e della collana – da una delle due superfici e si crea così un campo elettrico – cerchiamo di spiegarlo con una semplicità banale – perchè la parte carente di elettroni cerca di tornare a un equilibrio, recuperando elettroni dal materiale vicino. Pensando al pettine, ai capelli e alla collana, tutto ci appare con chiarezza.
Questo fenomeno è stato osservato e descritto fin dall’antichità; i greci effettuarono esperimenti in tal senso con l’ambra gialla.

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