E’ ora di primi bilanci. I materiali archeologici sono in fase di studio e gli scheletri umani, rimossi dalle fosse, saranno sepolti in un altro cimitero, in altra terra consacrata. Nel periodo compreso tra ottobre e novembre 2023, un emozionante progetto di scavo ha portato alla luce un sito rurale medievale esteso su 8.500 metri quadrati a Monferran-Savès, situata nel dipartimento del Gers. Monferran-Savès è un Comune di 737 abitanti nella regione dell’Occitania. Siamo nella Francia meridionale.
Lo scavo archeologico è stata intrapreso in preparazione dei lavori finalizzati allo sviluppo di un nuovo tratto stradale. E quanto è emerso dalle profondità della storia è stato molto più di quanto ci si potesse aspettare.
Sotto la direzione esperta di Michaël Gourvennec, il team di archeologi di Archeodunum ha condotto una serie di scavi che hanno portato alla luce un’importante testimonianza dell’occupazione medievale di questa regione. Una storia conchiusa, con un inizio e una fine di un insediamento e del suo cimitero, poi coperti dal terreno della storia. Gli archeologi hanno portato alla luce circa sessanta silos – buche, poi isolate, per contenere i cereali prodotti dai contadini – due forni da vasaio con attività produttive associate e un assortimento di vari reperti in buona parte legati ad attività produttive testimoniano la presenza di un vivace centro artigianale. Tra gli utensili ritrovati, spiccano fusaiole – utilizzate soprattutto dalle donne per attività di filatura – , frese, affilatrici e attrezzature per la macinatura, rivelando dettagli preziosi sulle attività quotidiane di quella comunità antica.
Inoltre, il sito ha svelato un cimitero contenente circa sessanta sepolture contemporanee rispetto al resto dell’area. Questa scoperta offre un affascinante scorcio sulla vita quotidiana e sulle pratiche funerarie dell’epoca. Gli archeologi stanno ora dedicando tempo e risorse per analizzare dettagliatamente queste tombe al fine di ottenere una comprensione più approfondita della società medievale che una volta popolava questa regione.
Un aspetto di “colore” a latere di questo progetto archeologico è stata la partecipazione attiva di un inaspettato alleato: il gatto proveniente da un allevamento vicino. Eccolo, mentre sembra colloquiare amabilmente con uno scheletro.
Questo affettuoso felino, incuriosito dall’attività di scavo e dai simpatici umani impegnati nella ricerca, ha dimostrato di essere un compagno fedele per la squadra di archeologi. La sua presenza costante ha aggiunto un tocco di leggerezza e affetto al duro lavoro degli scavi, trasformando il simpatico e attento felino in in una sorta di mascotte del progetto. Capita che animali domestici siano magicamente attratti dall’attività degli archeologi.
I cani magicamente attratti dagli scavi archeologici. Ne arriva sempre qualcuno che diventa mascotte