Un’ara romana portatile, alta 14 centimetri e larga 10, è stata trovata dagli archeologi, nei giorni scorsi nel Forte di Vindolanda, in Inghilterra, a un paio di chilometri dal Vallo di Adriano, la linea fortificata a nord della Britannia.
Gli oggetti liturgici di queste contenute dimensioni dovevano essere utilizzati per la devozione privata. L’ara, da poco portata alla luce, dovrebbe risalire al II-III secolo, ma è stato trovata come materiale di rimpiego pavimentale, nella ristrutturazione del forte, avvenuta nel IV secolo.
Il reperto fu scolpito in una roccia calcarea per la quale sarà forse possibile stabilire la provenienza. Il parallelepipedo termina con una sorta di capitello corinzio. La parte superiore presenta una cavità nella quale dovevano avvenire piccoli sacrifici.
Guarda l’immagine, sopra. Forse l’incavo veniva riempito con legni profumati e qui si accendeva un minuscolo fuoco, che poteva essere spento forse con il vino, forse con acque di fiori che contenevano una base organica per il fissaggio del profumo stesso. Fuoco e materiale organico spiegherebbero la brunitura, con tracce di grasso, della parte superiore dell’altare stesso. Mentre la parte bassa ha un altro colore, più chiaro.
Riprendendo una prescrizione riferita da Macrobio, la moderna “Via romana agli dei” stabilisce che per fare un sacrificio era pure sufficiente – nel caso in cui non si volesse o non si potesse usare il fuoco – stare in un regime di purità per tre giorni e afferrare l’ara con le mani, rivolgendosi contemporaneamente a dio, con preghiere e parole.
Nella religione romana, l’altare, noto anche con il termine latino ara -comunemente associato al verbo “ardeo” (“brucio”) – ha tipicamente forma quadrangolare. L’architetto romano Vitruvio ci dice che l’altare di un tempio – e pertanto, come si può immaginare, anche le piccole are personali o familiari – deve essere orientato verso est e posizionato più basso rispetto alla statua della divinità, così che chi prega possa guardare verso l’alto verso la divinità stessa. L’altezza dell’altare varia in base al tipo di divinità a cui è dedicato: quelli per le divinità celesti, come Giove, sono alti, mentre quelli per divinità terrestri, marine e per Vesta sono più bassi.
Nelle dimore private, sebbene la funzione dell’altare sia spesso assolta dal larario, sono stati rinvenuti esempi di veri e propri altari, come quelli scoperti a Pompei, tra cui spicca un’ara cilindrica ornata da un serpente, simbolo del Genius loci.