Si fa luce su un mistero. Quello delle 80mila tonnellate di pietre trasportate dagli uomini primitivi e impilate nel lago. Sub in azione

Archeologi sono impegnati in questi giorni per rilievi fotogrammetrici che consentiranno di ricavare una mappa ampia e dettagliata sugli immani lavori realizzati nel Neolitico. Essi costruirono isolotti, piattaforme, arcipelaghi artificiali? Perché?

Il Lago di Costanza, affacciato su Germania, Austria e Svizzera, cela nel suo profondo misteri che risalgono a oltre 5.000 anni fa. Membri della Società Bavarese di Archeologia Subacquea stanno attualmente conducendo uno studio approfondito su cumuli artificiali di pietre sommersi dalle acque di questo lago alpino.

La maggior parte di questi enigmatici cumuli di pietre si trova a una profondità compresa tra i quattro e i sei metri, tra i comuni di Romanshorn e Altnau. Già nel 2019, quando la loro scoperta fu annunciata, quest’area estesa fu definita la “Stonehenge svizzera”, suscitando l’interesse e la curiosità degli studiosi di tutto il mondo.

Studi precedenti dell’Ufficio archeologico del cantone svizzero di Turgovia hanno confermato l’origine artificiale di questi cumuli di pietre. Posizionati su depositi lacustri post-glaciali, essi non furono trasportati a causa dei detriti glaciali, ma piuttosto costruiti dall’uomo. La stima della quantità di roccia utilizzata per costruire oltre 200 cumuli raggiunge le 80.000 tonnellate, rendendo questi monumenti uno dei più grandi cantieri preistorici d’Europa.

Un palo datato tra il 3500 e il 3200 a.C., nel periodo neolitico, tra Lindau e Wasserburg, alimenta ulteriori interrogativi sullo scopo di questi monumenti. Dopo la consultazione dell’Ufficio statale bavarese per la conservazione dei monumenti, una squadra di sub, composta da specialisti tecnici e archeologi subacquei, ha iniziato a esplorare da vicino un gruppo di cumuli di pietra vicino a Reutenen. L’obiettivo è creare un mosaico fotografico per un’analisi fotogrammetrica approfondita.

Tobias Pflederer, a capo della squadra esplorativa, suggerisce che questi monumenti potrebbero essere stati utilizzati come piattaforme legate a un culto dei morti sulle rive del lago, un’ipotesi condivisa anche da ricercatori svizzeri. Urs Leuzinger dell’Ufficio Archeologico del Turgovia propone che lungo la riva del lago potrebbero esserci state piattaforme sporgenti dall’acqua, simili a isolette artificiali, su cui si svolgevano attività rituali nell’ambito di cerimonie di sepoltura. Il passaggio dalla terra all’acqua potrebbe aver giocato un ruolo centrale in questi antichi rituali. Mentre la squadra di ricerca continua a immergersi nelle profondità del mistero, la promessa di nuove scoperte e comprensioni attende, pronta ad emergere dagli abissi del Lago di Costanza.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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