Nel fondo del mare, nella luce azzurrina o tra le vibrazione delle torce rossastre, le lastre di marmo si sono stagliate, inquietanti, davanti agli occhi degli archeologi, come un film di horror. Lastre tombali sui resti di un relitto del XIII secolo. Non un rituale demoniaco, ma un, drammatico affondamento, probabilmente durante una tempesta, sulla costa meridionale dell’Inghilterra, nei pressi della Manica.
I due antichi manufatti sono stati ripescati nelle ore scorse e portati in laboratorio. Saranno esposti in un museo. Sono stati gli archeologi subacquei dell’Università di Bournemouth nelle ore scorse a recuperare le due lastre di tombe medievali dal fondo della baia di Studland – un minuscolo villaggio della Contea del Dorset – dove erano rimaste per quasi 800 anni.
Queste lastre, scolpite nel pregiato marmo di Purbeck, facevano parte del carico della più antica nave storica naufragata in Inghilterra – nel senso che è il relitto più vecchio che con conosciamo – affondata al largo della costa del Dorset durante il regno di Enrico III nel XIII secolo.
Doveva essere un trasporto su una tratta limitata, via mare, perché l’Isola di Purbec – che, in realtà, è geograficamente una penisola – è proprio nel Dorset. Probabilmente la nave svolgeva in preminenza compiti mercantili. Dalla penisola, dove viene estratto un marmo variegato di particolare pregio, erano stati ritirati i coperchi e altri manufatti. Ed è probabile che, nel viaggio di andata, il mercantile avesse portato a Purbec sementi e grano. Il sito del naufragio è stato soprannominato “relitto del mortaio” a causa degli altri oggetti trovati nel carico, tra cui un gran numero di mortai da macinazione, anch’essi realizzati con pietra di Purbeck. Un peso notevole, nella drammatica vicenda dell’affondamento potrebbero averla avuta proprio i mortai , che sono di dimensioni medio-piccole e che non possono essere debitamente frenati, se non attraverso apposite strutture di stoccaggio.
I trasporti di materiali pesanti erano molto rischiosi, soprattutto se i carichi non avvenivano molto ordinatamente e i pesi non venivano bloccati. In caso di tempesta, a causa del rollio o del beccheggiare della nave, accompagnato da possibili forti sbandamenti laterali, potevano far scivolare il marmo in un sol punto. Ciò avrebbe compromesso l’assetto della nave, inclinandola spaventosamente. A quel punto le onde sarebbero entrate nell’imbarcazione. l’aria I dettagli completi della scoperta saranno pubblicati sulla rivista Antiquity, offrendo una panoramica approfondita di questa eccezionale scoperta archeologica.
Il recupero delle lastre è avvenuto n questi giorni di giugno., quando i subacquei e gli archeologi guidati dalla Bournemouth University le hanno portate in superficie dopo un’operazione di due ore, svolta a una profondità di circa sette metri. La lastra meglio conservata misura un metro e mezzo di lunghezza e pesa circa 70 chilogrammi, mentre l’altra, molto più grande, è divisa in due pezzi, con una lunghezza complessiva di due metri e un peso di circa 200 chilogrammi. Entrambe le lastre presentano incisioni di croci cristiane, tipiche del XIII secolo, e si ritiene che fossero destinate a coprire bare o a servire come monumenti di cripta per individui di alto rango nel clero.
Tom Cousins, l’archeologo marittimo che ha guidato l’operazione di recupero, ha spiegato che il relitto è avvenuto nel pieno dell’industria della pietra di Purbeck. “Le lastre funerarie che abbiamo recuperato erano molto popolari come monumenti per vescovi e arcivescovi nelle cattedrali e nei monasteri dell’Inghilterra dell’epoca,” ha affermato Cousins. Esempi di queste lastre sono stati trovati in luoghi illustri come l’Abbazia di Westminster, la cattedrale di Canterbury e la cattedrale di Salisbury.
Ora le lastre saranno desalinizzate e conservate dal team di Bournemouth fino a quando non saranno pronte per essere esposte al pubblico nella nuova Shipwreck Gallery del Poole Museum, che riaprirà il prossimo anno. Il sito del relitto del mortaio era stato inizialmente scoperto nel 1982, ma solo nel 2019 il suo significato è stato compreso appieno quando Cousins e il suo team si sono immersi nel sito su suggerimento dello skipper locale Trevor Small, rivelando i segreti nascosti sotto la sabbia.
Il continuo recupero dei manufatti, tra cui i mortai e le lastre tombali, permetterà al team di Bournemouth di approfondire la conoscenza della vita nel XIII secolo e delle tecniche degli scalpellini dell’epoca. La lastra più piccola, che ha la forma di un coperchio di sarcofago e presenta una grande incisione di una croce cristiana, misura un metro e mezzo e pesa circa 70 chilogrammi.
Tom Cousins ha sottolineato l’importanza del marmo di Purbeck, estraibile vicino a Corfe Castle. La scoperta suggerisce che parte del lavoro di intaglio veniva eseguita localmente. L’area non svolgeva quindi soltanto una funzione estrattiva, ma produceva lavorati o semi-lavorati in pietra.
Il team di Bournemouth continuerà a esplorare e proteggere il relitto nei prossimi anni, con l’obiettivo di localizzare anche le strutture in legno dello scafo della nave, che sono ancora ben conservate nella sabbia. Inoltre, Cousins intende sfruttare questa opportunità per formare la prossima generazione di archeologi del mare.