La Basilica della Sagrada Familia di Barcellona, progettata Antoni Gaudì, cresce secondo le linee indicate dal progettista. Grande incompiuta, essa è diventata un monumento alla fede che si rinnova, passando di generazione in generazione, che prosegue l’opera intrapresa dal maestro.
L’8 dicembre prossimo sarà inaugurata, così, la nona torre, dedicata a Maria. Il pinnacolo è alto 138 metri, si sviluppa dall’area dell’abside e sarà sormontato da una gigantesca stella che verrà illuminata, a partire dall’8 dicembre, Festa dell’Immacolata. La stella – uno dei principali simboli mariani – è composta da un insieme di poliedri, realizzati in vetro e acciaio inossidabile, che pesano complessivamente 5,5 tonnellate e che si sviluppano in un diametro di 7,5 metri. La cima poliedrica – costata 1,5 milioni di euro – sarà collocata sul colmo della torre il 29 novembre. E ne costituirà il completamento.
La prosecuzione dei lavori avviene facendo sintesi dei ricordi relativi ai progetti originali, molti dei quali furono distrutti nel 1936 da un incendio appiccato allo studio dell’architetto, durante la guerra civile spagnola. Gli interventi si svolgono utilizzando le risorse economiche provenienti dalle donazioni dei fedeli.
L’edificio fu impostato a partire dal 1882 e nel 1883 l’impresa di prosecuzione dell’opera venne affidata a Gaudì, che aveva 31 anni. Egli assunse l’incarico, non solo come opportunità di dar corso alla propria creatività progettuale, ma come un impegno di devozione.
L’architetto mutò completamente il primo progetto realizzato da un collega e trasformò la Sagrada familia in un lavoro che lo avrebbe impegnato per tutta la vita. Oltre alla fase progettuale, Gaudì lavorava direttamente sul campo, dirigendo i lavori e orientando le maestranze a interventi decorativi che venivano spesso concepiti work in progress. A partire dal 1914 Gaudì volle impegnarsi esclusivamente nei lavori della Sagrada Família, con dedizione assoluta.
L’architetto fu travolto da un tram nel centro di Barcellona, il 7 giugno 1926, mentre attraversava una strada per andare a messa. Ferito gravemente, venne soccorso in modo tardivo – fu ritenuto un povero, non degno di attenzione -e morì poi in ospedale il 10 giugno.
Il Comitato della Basilica vorrebbe ultimare i lavori nel 2026, centenario della morte dell’architetto.