Un macigno, accostato a una parete. L’occhio degli archeologi non è stato ingannato da quella copertura occlusiva. Gli archeologi dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) hanno spostato il masso e scoperto una particolare camera funeraria in una grotta nella città maya di Tulum.
Nel cuore della città fortificata Maya di Tulum, gli archeologi dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) hanno compiuto una scoperta straordinaria – la notizia è stata data nelle ore scorse dal governo messicano – rivelando dettagli sorprendenti sulla vita e le pratiche funerarie degli antichi abitanti di questa regione.
La scoperta è stata effettuata durante uno studio approfondito nell’area murata tra gli edifici 21 (Tempio delle Colonne) e 25 (Tempio di Halach Uinic), dove gli archeologi hanno individuato una grotta precedentemente sigillata da un masso – in fondo a questa pagina troverete il breve video relativo alla scoperta -.
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Dopo aver rimosso il masso, gli studiosi si sono trovati di fronte a una camera funeraria contenente resti umani disposti in modo insolito: la parte inferiore del corpo fuori dalle cavità scavate, mentre la parte superiore giaceva all’interno. Questa disposizione unica solleva interrogativi affascinanti sulla ritualità e le credenze funerarie dei Maya di Tulum.
L’esplorazione accurata della grotta ha rivelato un interno suddiviso in due piccole camere, una meridionale e l’altra settentrionale. Con dimensioni di appena 3 metri per 2 metri e un’altezza media di 50 centimetri, queste camere hanno ospitato ben otto sepolture, prevalentemente di adulti, che hanno mantenuto una straordinaria conservazione grazie alle condizioni ambientali favorevoli all’interno della grotta.
Accanto alle sepolture umane, la grotta ha svelato una vasta gamma di resti scheletrici di animali, fornendo un affascinante spaccato della fauna associata alla vita quotidiana dei Maya. Mammiferi come cani, topi, opossum, cervi e tapiro, uccelli di varie specie, rettili, pesci e una varietà di invertebrati come crostacei, molluschi e anfibi si trovavano tra i reperti. Chi erano queste persone? Perché una tale profusione di resti animali, scelti così da coprire ogni parte del Creato?
Particolarmente intrigante è il ritrovamento di frammenti ceramici associati al periodo tardo postclassico (1200-1550 d.C.). Tra questi frammenti i resti da restaurare di un piccolo molcajete – un mortaio impiegato nella preparazione di alimenti – di tipo Papacal inciso, caratterizzato da supporti semiglobulari cavi. Il processo di restauro di questo prezioso reperto è stato affidato a Carolina Segura Carrillo, specialista di restauro affiliata al team di conservazione di Promeza a Tulum, supervisionato dalla restauratrice Patricia Meehan Hermanson.
I resti degli animali
trovati nelle camere funerarie
Nel corso dell’esplorazione della grotta nella città Maya di Tulum, gli archeologi hanno rinvenuto una ricca varietà di resti scheletrici di animali, coprendo diverse specie di mammiferi, uccelli, rettili, pesci, e invertebrati. Ecco un elenco dettagliato dei resti di animali identificati:
Mammiferi:
Cane domestico
Topo
Opossum
Pipistrello succhiasangue
Cervo dalla coda bianca
Tepezcuintle
Armadillo a nove fasce
Tapir
Pecari
Uccelli (delle seguenti specie appartenenti agli ordini):
Galliforme
Passeriforme
Pelecaniforme
Piciforme
Charadriiforme
Rettili:
Tartaruga marina caretta
Tartaruga terrestre
Iguana
Pesci:
Squalo tigre
Barracuda
Cernia
Pesce tamburo
Pesce palla
Aquila di mare
Invertebrati (tra cui):
Crostacei (granchio e cirripedi)
Molluschi (lumaca)
Anfibi (rana)