Tutto è coperto da vecchi mattoni frantumati, lacerti di costruzioni antiche. Che ci sarà sotto quei cumuli? Carriole, si inizia a caricare, a spostare di lato. Qualcosa dice che là sotto possa esserci un ipogeo.
La missione archeologica egiziana-americana, impegnata nel progetto di restauro della necropoli di Asasif Sud, ha portato alla luce in questi giorni un ipogeo sepolcrale dell’Antico Egitto risalente alla XII dinastia, contenente diverse tombe intatte di uomini, donne e bambini, oltre a reperti funerari unici. Questa scoperta, avvenuta durante la pulizia dei detriti presso la tomba di Karabasken (TT 391), risalente alla XXV dinastia, rappresenta un traguardo significativo per la comprensione delle pratiche funerarie dell’epoca. Nelle foto, vediamo alcuni degli oggetti presenti nell’area sepolcrale.
La necropoli rinvenuta ad Asasif Sud contiene reperti e tombe risalenti, come dicevamo, prevalentemente alla XII dinastia egizia (circa 1985–1773 a.C.), con alcuni elementi che sembrano appartenere all’inizio della XIII dinastia (circa 1773–1650 a.C.). Le tombe sono quindi databili tra il Medio Regno, in un periodo che va approssimativamente dal 1985 al 1650 a.C. Questa datazione si basa sullo stile dei reperti e dei rituali funerari osservati, caratteristici delle dinastie mediorientali, come le tombe familiari e i ricchi ornamenti presenti, riconducibili alla prima parte della XII dinastia, nota per la grande fioritura culturale e artistica.
In particolare, le collane e i gioielli con amuleti e pietre preziose, gli specchi di rame con dettagli simbolici e gli altri manufatti d’uso personale rinvenuti, suggeriscono che le tombe appartenessero a individui dell’élite tebana dell’epoca, membri di famiglie nobiliari o figure con un certo status sociale.
La necropoli di Asasif Sud si trova nella riva occidentale del Nilo, nei pressi della moderna città di Luxor, in Egitto, a circa 650 chilometri a sud del Cairo. Durante il Medio Regno (circa 1985–1650 a.C.), Tebe era una capitale emergente dell’Alto Egitto, centro spirituale e politico, nonché sede di potenti dinastie che consolidarono l’unità del paese. Fu un periodo di crescita culturale, amministrativa e religiosa, con Tebe che divenne fulcro di culti importanti, in particolare quello del dio Amon, le cui grandi celebrazioni e templi arricchirono la città e definirono il potere dell’élite locale.
Una scoperta che riscrive la storia della necropoli di Asasif
Il Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, Dr. Mohammed Ismail Khaled, ha sottolineato l’importanza del ritrovamento, affermando: “Questa scoperta cambierà la storia della necropoli di Asasif, ponendola tra le più grandi necropoli della XII dinastia a Tebe e contribuendo alla comprensione delle pratiche e dei rituali funerari dell’epoca.” La tomba rinvenuta contiene ben undici sepolture, le quali ospitano scheletri di diverse generazioni della stessa famiglia, e rappresenta una testimonianza inestimabile delle usanze funerarie egizie dell’inizio della XII dinastia.
Le testimonianze di una sepoltura di famiglia
I reperti all’interno delle sepolture comprendono scheletri di uomini, donne e bambini, che indicano come la tomba sia stata utilizzata da più generazioni, presumibilmente tra la XII e l’inizio della XIII dinastia. Gli archeologi hanno identificato nelle sepolture femminili gioielli di rara fattura, insieme a vari reperti funerari che sembrano risalire alla prima parte della XII dinastia. Il Dr. Ayman Ashmawi, responsabile del Settore delle Antichità Egiziane, ha spiegato che molte sepolture mostrano evidenti danni causati da inondazioni che hanno deteriorato i materiali organici come il legno delle bare e i tessuti di lino che avvolgevano le mummie. Tuttavia, alcuni manufatti realizzati con materiali più resistenti si sono conservati, rimanendo intatti accanto agli scheletri.
Gioielli e amuleti: simboli di protezione e fertilità
Tra i reperti più sorprendenti vi è una collana di trenta perle cilindriche di ametista, accompagnate da due perle di agata e da un amuleto rappresentante la testa di un ippopotamo, simbolo di fertilità e protezione. Altri gioielli, tra cui collane, braccialetti, catene, anelli e cinture, sono realizzati in agata rossa, ceramica con inserti blu e verdi e faïence, tutti decorati con amuleti raffiguranti teste di ippopotamo, falchi e serpenti. Mohammed Abdel Badi, direttore dell’Amministrazione Centrale per le Antichità dell’Alto Egitto, ha sottolineato che questi preziosi ornamenti si sono mantenuti in condizioni eccellenti.
Specchi in rame e simboli di bellezza divina
Nel corso degli scavi sono stati rinvenuti anche due specchi in rame, uno dei quali presenta un manico a forma di fiore di loto, mentre l’altro è decorato con un raro disegno del volto della dea Hathor con quattro facce, raffigurata come una donna dai tratti decisi. Altri oggetti, come lingotti di rame e una piccola statua in faïence colorata raffigurante una figura di fertilità, ornata di gioielli e con i capelli dipinti di nero, sono emersi dalle tombe. Accanto alla piccola statua sono state rinvenute circa 4.000 perline d’argilla, che rappresentavano l’acconciatura originale della figura.
Un altare votivo per le offerte
Tra i ritrovamenti si segnala anche una mensa votiva quadrata, con una canaletta centrale per l’acqua, contornata da rilievi raffiguranti una testa di toro, pagnotte di pane e altre offerte simboliche, utilizzate nelle pratiche rituali funerarie per onorare i defunti.
Un progetto di scavi per svelare nuovi segreti
La direttrice del progetto di conservazione della necropoli di Asasif Sud, Dr.ssa Elena Pischikova, ha espresso entusiasmo per i risultati della campagna di scavo in corso, rivelando che le indagini continueranno nei prossimi mesi per scoprire ulteriori segreti di questa tomba familiare.