Stilettate di Zana. Con Giovanni Fattori. La guerra, l’estate incipiente e l’indifferenza

In vedetta, o Il muro bianco, è un olio su tela del pittore macchiaiolo Giovanni Fattori, realizzato nel 1872 e conservato in una collezione privata di Valdagno.
STILETTATE
diTonino Zana
La lunga estate è alle porte. Si sentiva nel primo sudore speciale, lungo le brezze notturne, nella voglia di un passeggio. Fino alla fine dell’Ottanta, la gente si sedeva in contrada, davanti alla porta di casa. L’idea di guerra era più che lontana, la nuova generazione era stata risparmiata perfino nella memoria, i reduci, maschi e femmine, tacevano sulla guerra e il rilancio economico, il dubbioso boom, galoppava sui carburatori di fragili utilitarie. Veniva avanti, intanto, un odore acre di combattimenti in piazza, i partiti si scontravano e gli estremisti pensavano a colpire con le armi. L’idea di guerra rimaneva lontana, morivano tanti, anche del nostro mestiere, ma l’idea di una guerra era lontana.
Oggi, la guerra è come alle porte e d’improvviso, di giorno in gjorno, sentiamo di morire in battaglia e subito dopo di rialzarci come non fossimo schivati da niente. Che persone siamo diventate, fatichiamo a riconoscerci, a sentire un’idea precisa di se stessi, siamo fuori di noi e nello stesso momento dentro completamente un egoismo privo di quantità, un egoismo non pugnace, un egoismo da foglie trascinate nella corrente di un fiumiciattolo.
L’Ucraina sta lì, insanguinata e colpita, giorno e notte e sostiene che un giorno vincerà. Gli eserciti non si vedono, combattono tra loro, granate, bombe, missili e i soldati si trovano morti per terra, così, spariti misteriosamente.
Noi siamo soldati in guerra, fuori dall’Ucraina, armati di una cronica indifferenza. E’ una speciale indifferenza, non corrisponde a un’assenza di sentimento, invece è proprio la resa a dolori eccessivi. Semplifichiamo le sofferenze, richiamiamo in campo la bellezza di quel poco che basta, imponiamoci l’incontro. Costruiamo, piano piano, un boom di confidenze. Allora, la guerra sarà vinta.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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