Stilettate di Zana. Con “Non vogliono” di Goya. Notizie drammatiche e pubblicità inopportune

I disastri della guerra (in spagnolo Los desastres de la guerra) è il titolo di una serie di 82 incisioni, opera di Francisco Goya dal 1810 al 1820; le opere raffigurano vari episodi di barbarie (uccisioni, massacri, stupri) ambientati durante il periodo della guerra d’indipendenza spagnola. Tavola in copertina dell’articolo: “Non vogliono”. Acquaforte, acquatinta, puntasecca e bulino. 156 x 209 mm.
STILETTATE
di Tonino Zana
La pubblicità non comanda, la pubblicità dilaga. Titolo di apertura su un qualsiasi giornale, metti, “Bambini stuprati in Ucraina” e nella pancia sotto, negli spazi liberi dell’articolo ecco comparire una donna seminuda per un profumo o per un aperitivo. Cosa si intende, profumare o brindare a che, a un bambino stuprato, a un’Ucraina sferzata dalla barbarie?
Non sono, non siamo moralisti, conosciamo le leggi del mercato, la pubblicità è necessaria, ci mancherebbe, però un poco di stile, di decenza, di armonia tra una tragedia e il desiderio di una commedia profumata o brindata, è indispensabile, altrimenti, un giorno di questi, entreremo con un bitter nella casa del commiato e lo offriremo ai parenti e agli amici e grideremo sommessamente, “salute”.
Di nuovo si rompe un pizzico di necessaria armonia, basterebbe recuperare il valore del rispetto, l’attenzione alla tragedia e il grafico, il redattore, il capo ordinerebbe la collocazione della pubblicità in uno spazio o in un momento più in là. Tutto qui.
Non succede per la caduta del valore per la persona, per la fine di un dolore per chi se ne va, per una minore compassione all’infanzia offesa. Occhio, dopo toccherà a noi e quando se ne andrà tua madre, durante il breve o lungo funerale, passerà a nord un’auto con pubblicità svelata nel mezzo dell’addio: “stasera all’Olimpià il film, “Ridiamo, è meglio”.
Piangiamo, è meglio, almeno per un’ora.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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