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Stilettate di Zana. Con Van Gogh. Seminare e resistere. Resistere e seminare


STILETTATE
di Tonino Zana
Il nostro corrispondente sull’Ucraina con base nel Bresciano mi dice commosso, che a Nikolaiev, hanno cominciato a seminare il grano. La resistenza è combattere e seminare. La resistenza è patire per risorgere. Il grano crescerà presto.
La resistenza dell’artista fu tale e quale, almeno nel carisma, nell’anima. Di più, credo, anche da noi, la resistenza di tanti nominati e taciuti, faticosamente ricordati e velocemente dimenticati, gli artisti del secolo scorso, del secolo tutto nostro e declinato al passato remoto. Incredibile, parliamo di noi come fossimo passati e invece trattiamo, bene o male, dolorosamente, il presente e resistiamo sul futuro.
Bene: un pittore, uno scultore del Novecento si alzò un mattino prima dei sedici anni e si mise in testa di dipingere e di scolpire a tempo pieno. Le stagioni erano quelle del Dopoguerra, e loro, invece di entrare in fabbrica o in ufficio, in una scuola o in un cantiere decisero di creare dipinti e sculture, di esporli, di partecipare a concorsi e di dar loro un valore, un prezzo.
Pensate, un prezzo a un dipinto ancora con il rumore delle bombe nella testa, ancora con i fratelli dispersi, ancora con l’acro odore dei lager. Non è stata una resistenza dell’arte, un’impresa della bellezza, un guadagnare in famiglia inventando dal niente e spesso dalla miseria?
Oggi, qualcuno intenderebbe fare a meno dell’arte. L’ho sentito dire e ho provato uno strano malessere, per un istante ho condiviso l’analisi, temendo fosse giusta. Non so, ancora, se sia giusta o erratissima. Meglio difenderci e porre una linea, un fronte, la più alta delle barricate e chiamare a raccolta pittori, scultori, critici, scrittori e muratori. Guai a voi, se vi viene in mente di deporre pennello e casòla, Guai !