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Straordinaria testa di leone di un tempio perduto trovata ora dagli archeologi a Selinunte, in Sicilia. 250 chili di potenza e leggiadria, IV secolo a.C.


L’elemento architettonico recuperato in Sicilia @ Foto Flavio Leone, Sisilab per Regione Siciliana

Un importante ritrovamento è stato annunciato in queste ore dalla direzione del Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria a Castelvetrano, in Sicilia. È stata ritrovata un’antichissima sima, ovvero l’estremità superiore del tetto di un tempio, con testa di leone in perfetto stato di conservazione. Questo splendida decorazione architettonica è stata rinvenuta dall’archeologo Jon Albers durante le ricerche in corso, condotte a Selinunte dall’Università di Bochum.

Si tratta di un reperto archeologico imponente, alto circa 62 centimetri per un peso di oltre 250 chili. In passato erano state rinvenute alcune decorazioni molto grandi, circa 70 centimetri d’altezza, provenienti dal Tempio di Eracle ad Agrigento e dal Tempio della Vittoria a Himera, realizzate in calcare locale di alta qualità, ma questa è sicuramente più preziosa data la sua fattura in marmo importato dalle isole greche, forse da Paros. Un materiale estremamente raro, se si considera che nel IV secolo a.C. queste decorazioni erano realizzate in terracotta e successivamente in pietra. La sima aveva la doppia funzione di abbellire il tempio e di raccogliere l’acqua piovana che poi veniva fatta defluire da beccucci a forma di testa di leone.

«Questa è una scoperta straordinaria, se si pensa che sono soltanto nove i templi del V secolo con una sima in marmo greco in tutta l’Italia meridionale e in Sicilia – afferma l’assessore ai Beni Culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – e lascia presupporre che Selinunte abbia ancora tanto da raccontarci. Anche lo stesso fatto che sia stata ritrovata nella zona portuale e negli immediati dintorni del quartiere delle fornaci dell’antica città, permette di avanzare ipotesi sia sui contatti commerciali della città che sulle capacità tecniche degli abitanti».

Sebbene il blocco sia conservato molto meglio rispetto ad altri simili reperti, non risulta del tutto completato per la mancanza del caratteristico beccuccio per l’acqua; manca anche la criniera posteriore del leone e la decorazione nella parte superiore della lastra non è stata terminata. Proprio per queste condizioni, la sima non solo fa ipotizzare l’esistenza di un tetto in marmo finora sconosciuto in Sicilia, ma permette anche di comprendere meglio i processi di produzione di questi elementi architettonici.

La presentazione del prezioso reperto ritrovato è in programma sabato 26 agosto alle 16 all’antiquarium del Baglio Florio nel Parco archeologico di Selinunte, alla presenza di Ortwin Dally, direttore dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, dell’archeologo Jon Albers e del direttore del Parco di Selinunte, Felice Crescente.

Selinunte era un’antica città siceliota – sicelioti venivano chiamati, dai Greci della madrepatria, i connazionali trasferitisi nelle colonie della Sicilia a partire dal sec. VIII a.C. – situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, nell’odierna provincia di Trapani. Oggi è il parco archeologico più ampio di Europa. I ruderi della città si trovano nel territorio del comune di Castelvetrano, nei pressi della foce del Belice. Nel sito archeologico, sull’acropoli vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su una collina poco lontana