Stile arte Sicilia

Una Dea che divorava maialini. Scoperta in Sicilia. Coppe, micro-ceramiche e resti d’olocausto. Luce sui misteriosi rituali

AGRIGENTO – Con crescente chiarezza, emergono i dettagli dei rituali che si svolgevano nel tempio agreste presso la località Sant’Anna, nella Valle dei Templi, circa 2500 anni fa. Gli scavi, condotti dal Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi…

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Nuove meraviglie emergono dalla Valle dei Templi di Agrigento. Cosa stanno portando ora alla luce gli archeologi. A cosa servivano questi minuscoli oggetti

AGRIGENTO – Minuscoli vasi. Deliziosi, nella fattura. Ceramiche minute come fossero giocattoli principeschi di circa 2500 anni fa. Ma non erano destinati ai bambini. Gli archeologi, in queste ore, in Sicilia, hanno raggiunto il cuore devozionale di un luogo di…

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Straordinaria testa di leone di un tempio perduto trovata ora dagli archeologi a Selinunte, in Sicilia. 250 chili di potenza e leggiadria, IV secolo a.C.

«Questa è una scoperta straordinaria, se si pensa che sono soltanto nove i templi del V secolo con una sima in marmo greco in tutta l’Italia meridionale e in Sicilia - afferma l’assessore ai Beni Culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - e lascia presupporre che Selinunte abbia ancora tanto da raccontarci. Anche lo stesso fatto che sia stata ritrovata nella zona portuale e negli immediati dintorni del quartiere delle fornaci dell’antica città, permette di avanzare ipotesi sia sui contatti commerciali della città che sulle capacità tecniche degli abitanti».
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Scoperto ora nella Valle dei Templi un vano contenente un tesoro costituito da 60 ceramiche antichissime

I ritrovamenti permettono di comprendere le dinamiche della distruzione di Akragas del 406 a.C. ad opera dei Cartaginesi, quando gli abitanti dovettero fuggire in esodo verso Gela lasciando, come scrive Diodoro Siculo, “tutto quello che aveva costituito la loro felicità”, quindi i beni, l’ordinario, gli dei dinanzi a cui pregare
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Gli archeologi in Sicilia lavorano di notte. Sperimentazione con luci ecologiche nella colonia distrutta dai terremoti

Al centro della ricerca, l’approfondimento delle conoscenze del Piano del Tamburino, un pianoro situato ad Himera alta, a circa 90 metri sopra il livello del mare, che negli ultimi decenni è venuto alla luce grazie alle indagini condotte dall’università elvetica, con la collaborazione del Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Jato, diretto da Mimmo Targia
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Guarda cosa c’è, lì sotto! Recuperati dal mare, sulla costa della Sicilia, cannoni del tardo Rinascimento. Pirati, incidente?

Il tratto di costa che dalla foce del fiume Naro si collega da un lato alla odierna Porto Empedocle e dall'altro al porto di Licata, si presentava particolarmente rischioso per la navigazione sia per le caratteristiche del fondale, sia per le frequenti incursioni di pirati
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Splendido altare ellenistico portato alla luce in Sicilia. Coperto da poca terra, sotto i rovi. Gli scavi a Segesta

La scoperta è avvenuta nei pressi dell’edificio denominato Casa del Navarca, in una zona finora poco esplorata, nell’ambito del progetto di manutenzione e fruizione dei fronti di scavo, proprio mentre alcuni operai ripulivano il terreno da sterpaglie e vegetazione spontanea. Entrambi i reperti sono a forma di tronco piramidale, in perfetto stato di conservazione, e dovrebbero costituire un altare per il culto familiare e un supporto per una scultura o un elemento di finitura.
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Iniziato nel mare della Sicilia il recupero di una nave romana del IV secolo affondata con il proprio carico. Legno ancora perfetto

L'avvio dei lavori di recupero dello scafo, ritenuto il “gemello” di quello già scoperto nel 1999 nello stesso luogo: sotto una spessa coltre di posidonia, allora erano stati rinvenuti i resti di una grande nave da trasporto di epoca tardo-romana adagiata sul fondo sabbioso nei pressi della spiaggia, a non più di 2 metri di profondità. Dopo essere stato recuperato, il reperto denominato “Marausa 1” è stato esposto nelle sale del museo di Baglio Anselmi, a Marsala.
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Sommozzatori-archeologi trovano e identificano nel mare di Siracusa resti di un aereo italiano da guerra

L’ipotesi più probabile per l’identificazione dell’aereo è riferibile alla missione dell’11 luglio 1943, condotta da una formazione composta da 12 Re.2002 della 209^ e 239^ Squadriglia del 102° Gruppo, decollata da Crotone alle 18,10. La missione prevedeva il bombardamento delle navi da trasporto e delle motozattere presenti a sud-ovest di Capo Murro di Porco e Avola, che vennero raggiunte alle ore 19,05. Durante le fasi di bombardamento gli aerei italiani vennero attaccati dalla caccia nemica che riuscì ad abbatterne 3, questi ultimi pilotati dal Ten. Lorenzo Lorenzi, dal S.Ten. Salvatore D'Arrigo e dal M.llo Gino Buffarini.
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Scoperta l’antica strada di Segesta. Archeologi vicini all’individuazione dell’agorà siciliana

Si intuisce che la strada potrebbe condurre ad un’agorà. Attorno e sopra, si è accumulato terriccio, facilmente asportabile. Sul posto stanno lavorano, a supporto di tecnici ed esperti, anche i giovani richiedenti asilo del centro Casa Belvedere di Marsala, che ha stretto un accordo di archeologia solidale con il Parco di Segesta e l’Università di Ginevra
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