Un ritrovamento affascinante nel Bedfordshire, precisamente nella cittadina di Sandy, offre un raro sguardo sulla vita e la spiritualità dell’epoca romana. Durante scavi condotti nel 2018 dal gruppo archeologico AOC Archaeology, è stata riportata alla luce una statuina in bronzo di straordinario interesse. Un’analisi recente, pubblicata nel numero di novembre 2024 della rivista Britannia a cura di Henry R., Henig M., Haslam R. e Capon L., ne ha esplorato il significato storico e culturale, svelandone dettagli inediti.
Il contesto dello scavo
L’area di Sandy, situata a sud del moderno abitato, si trova ai margini di un antico vicus romano, un insediamento fortificato di modeste dimensioni. Abitato tra il I e il IV secolo d.C., il sito includeva un cimitero a nord e una zona residenziale a sud, con successive stratificazioni sassoni. La statuina è stata scoperta in uno strato di terreno rimosso, complicando l’identificazione della sua posizione originaria. Tuttavia, gli archeologi ipotizzano che potesse essere parte di un larario, un piccolo santuario domestico dedicato al culto dei lares (spiriti protettivi) o dei genii.
Caratteristiche della statuina
La statuina in bronzo, alta 58 mm e dal peso di 53,50 grammi, si distingue per il suo abbigliamento dettagliato. Pur priva della testa e con arti incompleti, è immediatamente riconoscibile per il mantello senza maniche che indossa, una veste che scende fino alle ginocchia e presenta pieghe verticali sul davanti. Questo indumento è stato identificato come un possibile birrus, un tipo di mantello documentato nell’Editto dei Prezzi Massimi di Diocleziano (301 d.C.). Il birrus britannicus, prodotto in Gran Bretagna, era particolarmente ricercato, suggerendo che la figura rappresentasse un personaggio di alto rango o un ruolo rituale.
Paralleli iconografici
La statuina di Sandy non è un reperto isolato. Simili rappresentazioni, rinvenute a Treviri (Germania), nel Cambridgeshire e nel Loiret (Gallia), mostrano figure vestite con abiti rustici o lunghi mantelli. Tali oggetti sono generalmente interpretati come raffigurazioni di elettori, individui che offrivano tributi alle divinità, oppure come genii loci, spiriti protettori del territorio. Inoltre, rilievi provenienti dalle Cotswolds e da altre regioni dell’Inghilterra meridionale rafforzano l’ipotesi che questo tipo di abbigliamento avesse un significato rituale oltre che pratico.
Tecnica di manifattura
La statuina di Sandy rappresenta anche un esempio dell’abilità tecnica dei bronzisti romani. Realizzata in pezzi separati, il metodo di assemblaggio riflette una pratica comune nel periodo, che permetteva di ottenere dettagli precisi e facilitava la produzione. Le pieghe del mantello e il suggerimento di un cappuccio dimostrano una notevole attenzione al dettaglio, sottolineando l’importanza simbolica dell’oggetto.
Il segreto della statuina: perché non ha una testa?
L’assenza della testa nella statuina di Sandy non è soltanto il risultato della sua frammentarietà archeologica, ma riflette una pratica strategica dell’industria romana. Nel mondo romano, la produzione di oggetti in bronzo, come statuette votive o decorazioni domestiche, seguiva anche logiche quasi industriali. Si trattava di un sistema di semiprodotti modulabili, progettati per essere assemblati in base alle richieste del mercato.
Il corpo della statuina era spesso un elemento standardizzato, prodotto in serie con dettagli accurati come pieghe degli abiti e posture generali, mentre la testa veniva scelta e aggiunta separatamente. Questo permetteva agli artigiani di adattare le figurine a specifiche esigenze, come la rappresentazione di una determinata divinità, figura umana o ruolo rituale. Una testa poteva dunque trasformare un corpo generico in una raffigurazione di Mercurio, un genius loci, o un committente locale.
Questo approccio modulare era vantaggioso sia per i produttori, che potevano ottimizzare risorse e manodopera, sia per i consumatori, che potevano acquistare oggetti personalizzati senza i costi elevati di una realizzazione totalmente su misura.
Nel caso della statuina di Sandy, la testa potrebbe essere stata persa durante l’uso o l’abbandono dell’oggetto.
Un legame tra praticità e spiritualità
Questo ritrovamento è emblematico della connessione tra vita quotidiana e dimensione religiosa nell’Impero Romano. Gli abiti rappresentati non erano solo funzionali, ma portavano un valore rituale, sottolineando il ruolo della statuina come possibile offerta votiva o simbolo di devozione domestica.
Grazie al recente studio pubblicato su Britannia, la statuina di Sandy emerge come una testimonianza unica del sincretismo tra aspetti culturali, economici e religiosi dell’Inghilterra romana. Una scoperta che, sebbene parziale, illumina il rapporto tra gli abitanti di questa provincia e le loro credenze.