Secondo l’opinione di Hillman, sia in pittura che nel cinema, questo elemento architettonico ha svolto e svolge tuttora un ruolo decisivo per il nostro immaginario. E proprio Hopper è stato un “genio della finestra”, colta sia dall’interno che dall’esterno. Prima di lui, nell’affrontare il tema, “geni” erano stati Rembrandt, Vermeer e molti altri. Tornando ad Hopper, è d’obbligo riconoscere che egli sia stato, con i suoi ambienti silenziosi e le scene distaccate, un interprete profondo delle relazioni umane. Al tempo stesso, le architetture rivestono un ruolo primario all’interno delle sue composizioni, e per questo motivo il pittore ha giocato con elementi lontani dalla mera realtà: finestre sproporzionate rispetto alla mute figure umane e una luce il più delle volte “tremenda”
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La dimensione narrativa - o meglio la sospensione di ogni narratività in un contesto dalle alte potenzialità narrative - è ben presente nella libera attività artistica di Hopper. E per quanto, egli abbia ben guardato ad altri artisti, della sua epoca o del passato - Vermeer e gli olandesi, per il loro "silenzio" inquietante - resta, nei suoi dipinti ampia traccia dell'attività di illustratore o di autore di manifesti pubblicitari. Come avviene in Warhol, pur altri contesti espressivi, il tasso di comunicazione misura la penetrazione tra il grande pubblico. Gli statunitensi tendono infatti a valutare la potenziale audience di un prodotto culturale piichè esso stesso è un prodotto
Richard Tuschman, ha ricreato ambienti e situazioni hopperiane, attraverso immagini di alto livello qualitativo. Non siamo di fronte ad una semplice operazione di mimetismo - che finirebbe nel punto in cui s'accende,per un attimo, il fuoco della curiosità, di fronte al coincidente - ma ad una ricostruzione dei meccanismi espressivi. La meccanica espressiva, l'uso attenuato del colore, come avvolto da un triste pulviscolo, la luce priva di gioia,le ombre allungate del crepuscolo o dell'alba - nelle fotografie appaiono acuite -e pertanto rendono ancor più evidente la costruzione hopperiana-. Perché, in fondo, l'olio e la tela, addolciscono, stipulano un contratto narrativo tra pittore e osservatore.
L'opera andata ora all'incanto raffigura, nel 1934, nell'atmosfera malinconica seguita alla Grande Depressione (1929), una via della città del New Jersey. Nell'articolo anche tutte le stime, i valori, le quotazioni i record d'asta di quadri e disegni di Edward Hopper
Quanto può valere un dipinto di Hopper. Uno dei massimi risultati per un dipinto di Edward Hopper(Nyack, 22 luglio 1882 – New York, 15 maggio 1967), pittore statunitense noto soprattutto per la rappresentazione della solitudine esistenziale nella vita americana contemporanea, è stato stabilito nel 2013. Riguarda l'olio su tela battuto da Christie's di New York per 40,5 milioni di dollari e acquistato, durante l'asta, attraverso telefono, da un anonimo collezionista. Il precedente record economico era stato conseguito con la vendita di "Hotel Window", che era stato acquisito per 26,9 milioni di dollari.
Ogni opera del maestro americano, interprete di un'esistenzialismo doloroso, privo del ribelissimo dell'esistenzialismo europeo, ma conchiuso in se stesso, nell'immane dolore dell'incomunicabilità, nasce da un raggelamento proegressivo dell'idea pittorica. Osserveremo che il maestro statunitense opera come un pittore antico o come un pittore accademico, attraverso diversi passaggi che non sono solo tecnici.Egli, generalmente fissa, probabilmente cogliendola da una situazizone reale, un'idea, a matita o con il carboncino. Nella seconda fase passa a un disegno più dettagliato nel quale inizia a raggelare la posa, paralizzare il movimento delle sue figure, ad eliminare ogni tratto che possa riferirsi a una quotidianità superficiale