il gatto nell’arte

Tavola, gatto e topo. Sapete cosa ci racconta questo quadro? Nell’articolo i simboli e i frutti

Per quanto le nature morte - che spesso, nella tradizione cristiana traggono linfa radice da elementi offertoriali - possano presentare un intrico di rinvii simbolici cristologici - in alcuni casi sono depotenziate rispetto al groviglio simbolico e, con il procedere in direzione del Settecento, divengono sempre più spesso semplici racconti di stagioni e di abbondanza.
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100 pezzi antichi all’asta. Anche la mummia egizia di un gatto. Sai quanto vale? Che significa?

La pratica della mummificazione, in Egitto, riguardava anche gli animali sacri nei quali potevano incarnarsi le divinità stesse. Esistono antiche necropoli egiziane interamente dedicate a ibis, babbuini, gatti, coccodrilli ecc.
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Chi era il pittore dei gatti, autore del manifesto Chat noire?

L'influenza reciproca tra pittura e affiche, in Francia, tra Ottocento e Novecento, fu notevole. I manifesti assunsero idee dalla pittura, ma la pittura vi attinse nel momento in cui, con la svolta del post-impressionismo, gli artisti cercavano forme chiuse nelle quali il simbolismo prevalesse sull'ossessione dell'istante luminoso
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Federico Barocci e il mistero della Madonna della Gatta

ENIGMI D'ARTE - Una tela di Federico Barocci rovinata dall’intenso calore e a lungo dimenticata nei magazzini degli Uffizi racchiude un segreto, che sembra affidato all’enigmatico sguardo della micetta raffigurata al centro del dipinto. Chi si nasconde dietro i volti di Gesù Bambino e di una Madonna giovanissima? A giudizio di Antonio Natali, il figlio avuto in tarda età da Francesco Maria Della Rovere e la quattordicenne cugina che il duca di Urbino sposò in seconde nozze
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Steinlen (1859-1923), pittore dei gatti. Il video

Theophile Alexandre Steinlen (1859-1923), di origine svizzera, ma trasferitosi nella capitale francese appena ventenne fu il più grande disegnatore di gatti che la storia dell'arte abbia conosciuto. Per abilità e per quantità di dipinti, disegni, manifesti, dedicati ai simpatici felini. Egli fu autore di uno splendido manifesto, che tutti noi abbiamo visto almeno una volta, del locale Chat noir, che rappresenta, appunto un gatto nero
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Bambine e gatti. La pittura dolce e sentimentale. Il video

Nel passato remoto, l'associazione tra una figura femminile e il gatto, non era ben percepita, nonostante essa nasca da un'empatia naturale. Le bambine e le donne riescono a comunicare meglio con questi piccoli animali, rispetto ai maschi. Eppure un tempo il gatto era simbolo del diabolico, al punto da essere rimasto nella superstizione, in base alla quale se un gatto nero ci attraversa la strada, finiremo nei guai. Il gatto nero era ritenuto un'incarnazione demoniaca. E il suo attraversarci la strada significava che avrebbe interrotto il percorso di linearità quotidiana per lanciarci sulle impervie strade del male. Il rapporto positivo con i gatti eisteva, ma non veniva cantato. Fu l'Ottocento a riconsiderare il gatto, ufficialmente, e non solo come utile nemico dei topi.
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Gatti e gattini satanici nella pittura, dal Medioevo al Settecento

A causa della sua natura sfuggente, il felino domestico assume spesso il ruolo d'antagonista negativo nelle opere pittoriche, simbolo del maligno e dei peccati dell’uomo. La sua presenza nelle Ulltime Cene si rivela come un sinistro presagio
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Emilio Longoni – Un gatto per amico

A fine Ottocento Emilio Longoni fu il cantore di un'infanzia dolce e solitaria.La “Ragazzina col gatto” è un dipinto di eccezionale finezza interpretativa, assecondata da una magistrale sapienza pittorica; un dipinto che si può leggere in vari modi: come indice di solitudine (la protagonista si intrattiene con l’animale domestico per riempire il vuoto della sua giornata), ma anche di consapevolezza morale (l’amore per gli animali è segno di maturità interiore).
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