In un primo momento si è pensato che quel luogo sotterraneo fosse un ripostiglio. Il pavimento è in malta, ma le pareti in pietra sono state dipinte. La qualità dei materiali costruttivi, gli elementi decorativi e la presenza dell'altare indicano che quello era un santuario privato. La sala risale al II secolo dC e vi si accedeva da un passaggio esterno con pareti in legno e pavimento in lastre di pietra. Questo spazio di culto fu devastato e riempito deliberatamente di detriti alla fine del III o all'inizio del IV secolo. Probabilmente la chiusura avvenne contestualmente alla diffusione del Cristianesimo
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Il Comune: "Per decenni abbiamo cercato questo recinto sacro che ora abbiamo perfettamente localizzato nel complesso. Tra poche settimane saranno conclusi i lavori di valorizzazione per l'apertura al pubblico".
La parte scultorea è stata recuperata in Sardegna. Un militare ha poi cercato da dove provenisse quel frammento e ha individuato l'opera di riferimento, conservata alle Terme di Diocleziano
Il ritrovamento di 20 mitrei consente do sottolineare la convergenza che in questa area ebbe il culto della divinità di origine orientale, oggetto di un culto misterico, celebrato nella profondità di ipogei. In Italia la devozione fui diffusa dall'esercito e dai funzionari pubblici