Ai tempi di Tiziano ottenere il pagamento di un quadro era spesso un'impresa titanica. Passavano anche 25 anni di reiterate richieste prima che il pittore vergasse la lettera ultimativa. Dipinti, contenuti economici e peso delle botteghe
La vicenda di Giuseppe e della moglie di Putifarre venne narrata da Tintoretto e da numerosi altri artisti forzando la storia biblica attraverso la nudità della bella padrona che desidera il giovane fino a farlo cadere in disgrazia
Il cane simboleggia il guardiano coraggioso che lancia l’allarme contro le notturne insidie del Maligno. Ed è trasparente metafora della fedeltà dell’uomo al suo Creatore. Poiché il dovere del cane è di difendere il proprio padrone e di abbaiare quando lo si attacca, è biasimevole quando rimane muto. Così i pastori infedeli sono citati nei nostri libri sacri come sentinelle cieche che dimorano nell’ignoranza, cani che non sanno abbaiare e che si addormentano. “Tali erano, riprende San Gerolamo, gli scribi ed i farisei, ciechi che conducevano altri ciechi nell’abisso; cani muti che invece di custodire il gregge del Signore e di abbaiare per difenderlo non pronunciavano che menzogne”.
L’atmosfera, all’apparenza serena – sul fondo si muove, accarezzando la superficie di un laghetto, un gruppo di anatre mentre, poco distanti, due cervi si abbeverano -, nasconde però una doppia insidia. L’attenzione dell’osservatore è immediatamente attirata dalla figura in primo piano, quella di Susanna, che, in virtù di un utilizzo della luce sapientemente studiata da Tintoretto, risplende nella sua carnagione chiara – che prevale su una vegetazione ombrosa – simile ad una dea pagana più che ad un’eroina biblica
Un savoir vivre inimmaginabile cinquecento anni fa. Il sommo Tiziano, ad esempio, non esitava ad architettare piani per sbarazzarsi della concorrenza. Quando gli venne commissionata la decorazione della Libreria costruita dal Sansovino, suggerì ai procuratori di San Marco una rosa di pittori da cui mancava il nome del rivale Tintoretto, e compariva invece quello del Veronese, dal carattere più remissivo e manovrabile
Il pittore veneziano – sostiene lo storico dell’arte Erasmus Weddigen -, nel Miracolo di San Marco diventa regista-attore, inscenando lo schiavo torturato. La somiglianza fisionomica, infatti smaschera l’artista. La sua posizione supina, fortemente scorciata, e l’ombra che cerca di celare la zona dl bacino e, di conseguenza, parte delle gambe dell’uomo, avvalorano la tesi che l’autore abbia utilizzato la prospettiva per compensare un difetto fisico
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L'esposizione allestita nella Sala delle Udienze, fino al 1 giugno 2014, presenta al pubblico undici capolavori della Galleria Sabauda, tra cui dipinti di Bernardo Strozzi, Anton Van Dyck e il Tintoretto