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Testa di marmo trovata dai sub sul fondo del lago di Nemi. Una protome romana autentica o uno scherzo? Il video


Il Comune di Nemi intende procedere con i piedi di piombo. La testa di marmo scolpita, trovato sul fondo del lago di Nemi sarà studiata accuratamente a partire dalle prossime ore. E’ stata recuperata nel corso dell’operazione di bonifica dei fondali lacustri, da parte dei volontari della Protezione civile. La scultura è una protome, cioè un elemento decorativo prodotto per la decorazione di facciate di edifici. Una testa e un “peduncolo” scolpito, dietro di essa, nello stesso blocco, che serviva per l’inserimento in un muro.

La pietra è apparsa candida, ai sub e questo ha reso cauti municipio e i primi archeologi coinvolti nel caso. Non è dato sapere, almeno fino ad ora, se essa fosse coperta da sedimenti o da altri materiali.

Il motivo dell’estrema prudenza è legato al vecchio caso delle teste di Modigliani.

Questo bacino ha una grande importanza storica e archeologica poiché qui furono recuperate le Navi di Nemi. due navi imperiali romane attribuibili all’imperatore Caligola, affondate, recuperate nel corso di un’impresa archeologica condotta dal 1928 al 1932.

Il primo scafo misurava 71 metri in lunghezza e 20 in larghezza; il secondo 75 metri in lunghezza e 29 in larghezza. Degne di nota anche le due grandi ancore ritrovate: la prima in legno con ceppo in piombo della lunghezza di 5 m rappresenta l’unico esemplare di questo tipo completo, conosciuto all’epoca. La seconda, del tipo detto ammiragliato.
Grazie ad alcune scritte è stato possibile datare gli scafi all’epoca dell’imperatore Caligola (37-41 d.C.): la grandiosità delle imbarcazioni, la ricercatezza delle decorazioni e degli arredi, le stesse vicende personali dell’imperatore hanno fatto ritenere a lungo che le navi fossero luoghi di piacere. Oggi l’ipotesi più accreditata è che si trattasse invece di navi cerimoniali, destinate alla celebrazione di feste religiose, in linea con il carattere sacro del luogo.

Nemi è un comune italiano di circa 2000 abitanti della città metropolitana di Roma Capitale. Si trova quasi al centro dei Colli Albani, a 521 metri sul livello del mare. Il toponimo di Nemi è legato al sostantivo della lingua latina “nemus” (“bosco”). Nel territorio di questa città si trovava il santuario di Diana Aricina o Nemorense, consacrato alla dea Diana, divinità tutelare principalmente dei boschi e della fertilità: l’ubicazione di questo importante santuario è stata comunemente identificata fin dal Seicento presso le sponde settentrionali del lago di Nemi. Il tempio nemorense divenne il centro religioso della Lega Latina dopo la distruzione di Alba Longa alla metà del VII secolo a.C., e fu frequentato fino all’inizio del V secolo, con un periodo di grande ampliamento tra il II secolo a.C. ed il I secolo

IL VIDEO GIRATO DALLA PROTEZIONE CIVILE