Gli ampi spazi, all’interno del forte, sul confine. La collocazione all’interno dei quadranti della cittadella militare fortificata. I nostri antenati furono lì, con certezza. A cosa serviva questo spazio smisurato?
Novae, l’antico accampamento fortificato della legione romana situato nell’attuale Bulgaria, continua a rivelare i suoi segreti dopo decenni di ricerche archeologiche. E così è avvenuto nel 2024. Durante la 65ª stagione di scavi condotti dall’Università Adam Mickiewicz di Poznań e diretti guidata dalla professoressa Elena Klenina della Facoltà di Storia, archeologi hanno svelato l’area monumentale occupata dall’arsenale legionario, stimata in 32.000 metri quadrati.
La scoperta, di importanza cruciale, getta nuova luce sull’organizzazione militare e sulle capacità logistiche della legione romana lungo il Limes del Basso Danubio, nella provincia di Mesia Inferiore.
Novae: baluardo strategico sul Danubio
Fondata nel I secolo d.C., Novae era uno dei principali accampamenti legionari costruiti a difesa del Limes danubiano. La posizione strategica di Novae, sulle sponde rocciose del fiume, ne fece un punto cruciale per la difesa contro le minacce provenienti dalla vicina Dacia. La legione che vi fu dislocata, la Legio I Italica, ebbe un ruolo fondamentale nel consolidare il controllo romano sulla regione.
La Prima Legione Italica arrivò a Novae nel 69 d.C., un periodo di forti turbolenze interne ed esterne per l’Impero. A causa delle crescenti tensioni con la Dacia, si decise di rafforzare il confine, e una legione composta esclusivamente da cittadini romani d’Italia – che godevano della massima fiducia di Roma – fu trasferita nella zona. Per oltre quattro secoli, la legione rimase di stanza a Novae, fino alla metà del V secolo, quando il potere romano nella regione cominciò a sgretolarsi.
L’arsenale: un ritrovamento eccezionale
Gli scavi dell’arsenale sono uno dei risultati più importanti delle ultime campagne di ricerca a Novae. La spedizione polacca in Bulgaria, diretta dalla professoressa Elena Klenina, ha rivelato una struttura monumentale di circa 80 × 40 metri. Questo arsenale, unico nel suo genere per le dimensioni e per la conservazione, rappresenta la prima evidenza tangibile di una struttura così imponente all’interno di un forte legionario romano.
Fino a questa scoperta, le informazioni sugli arsenali militari romani provenivano principalmente da fonti scritte. Gli arsenali erano luoghi fondamentali all’interno dei forti, dove venivano conservate armi, armature e altre risorse militari necessarie per mantenere l’efficienza delle legioni. Grazie ai ritrovamenti a Novae, gli archeologi hanno potuto ricostruire la disposizione e l’architettura di questi magazzini militari, gettando luce sulle capacità logistiche romane e sull’organizzazione della legione in un contesto di frontiera. La tecnologia romana era avanzata e tendeva all’applicazione dell’ingegno ad ogni momento della vita quotidiana. Qui a Novae, negli scorsi anni, sono state trovate due nicchie utilizzate dai militari romani – forse di rango superiore – probabilmente come frigoriferi o fornetti.
Cosa conteneva un arsenale romano?
Un arsenale romano era essenziale per il funzionamento e l’efficienza operativa di una legione. Al suo interno venivano immagazzinate armi, armature e altri strumenti di guerra, nonché i materiali necessari per la manutenzione delle attrezzature militari. Tra i principali elementi che si potevano trovare in un arsenale legionario, vi erano:
- Gladii e pilum: I soldati romani erano armati principalmente di gladio, una spada corta ideale per il combattimento ravvicinato, e di pilum, un giavellotto pesante utilizzato per colpire a distanza. Entrambi questi strumenti erano conservati in grande quantità negli arsenali, pronti per essere distribuiti ai legionari.
- Scudi e armature: Gli scudi (scuta), che erano fondamentali per la difesa dei soldati, erano conservati insieme alle armature di vario tipo, come le lorica segmentata (corazze a segmenti) e le lorica hamata (corazze di maglia). Questi materiali richiedevano manutenzione costante per garantire la loro efficacia sul campo di battaglia.
- Macchine da guerra: Gli arsenali potevano anche contenere macchine da guerra come balliste e catapulte, utilizzate per assediare città e fortificazioni. Queste macchine erano costruite in legno e metallo, e gli arsenali fungevano anche da centri di manutenzione e riparazione per questi complessi strumenti bellici.
- Frecce e munizioni: Le macchine da guerra e gli arcieri della legione richiedevano un costante rifornimento di frecce e dardi. Gli arsenali disponevano quindi di grandi riserve di queste munizioni, pronte per essere utilizzate in battaglia o per la difesa dell’accampamento. Nei depositi erano pronti anche i proiettili di piombo – a forma generalmente biconica – dotati dell’identificativo della legione e destinati ai frombolieri, che tiravano con fionde di diverse misure e che costituivano un nucleo di tiratori scelti.
- Attrezzi da costruzione: Gli eserciti romani erano noti per la loro abilità nell’edificazione di fortificazioni e infrastrutture. Perciò, un arsenale non conteneva solo armi, ma anche strumenti da costruzione come martelli, picconi, asce e altri attrezzi necessari per la costruzione di ponti, mura e strade.
- Rifornimenti e materiali vari: L’arsenale doveva garantire anche l’approvvigionamento di materiali di supporto, come corde, pelli per la protezione degli scudi e delle macchine da guerra, oltre a materiali per la manutenzione delle armi, come olio per evitare che il metallo arrugginisse.
La scoperta di un arsenale così esteso a Novae ci fornisce una preziosa visione della capacità logistica e militare della Legio I Italica. I Romani, oltre nel campo militare, eccellevano per capacità organizzative, per la logistica e per le opere dei genieri. Supporto indispensabile per la conquista e il mantenimento dei territori.
Legio I Italica: élite dell’esercito romano
La Legio I Italica, che diede il nome all’accampamento di Novae, fu una delle legioni più importanti del periodo imperiale. Fondata dall’imperatore Nerone nel 66 d.C., questa legione era inizialmente composta interamente da cittadini italiani, un elemento che la distingueva da molte altre legioni dell’epoca, reclutate spesso tra le popolazioni provinciali dell’Impero.
La Legio I Italica fu creata per rafforzare le difese romane durante le tensioni interne e per contrastare la crescente minaccia rappresentata dalle popolazioni barbare al di là del Danubio, come i Daci. Le sue origini italiane, da cui deriva il suo nome, erano un simbolo di prestigio: i soldati della legione erano reclutati principalmente nelle regioni della penisola italica, e ciò conferiva all’unità un’aura di élite. Questo legame con l’Italia fu particolarmente significativo in un momento in cui molte legioni romane erano composte da soldati provenienti dalle province.
Nel corso della sua lunga storia, la Legio I Italica fu coinvolta in numerose campagne militari, dalle guerre contro i Daci sotto Traiano, alle difese lungo il confine danubiano durante le incursioni barbariche nei secoli successivi. La legione non era solo una forza combattente, ma svolgeva anche un ruolo cruciale nello sviluppo infrastrutturale dell’Impero. I legionari di Novae furono responsabili della costruzione di strade, ponti, acquedotti e fortificazioni, garantendo la stabilità e la sicurezza della regione.
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