Trovato in un bosco dagli archeologi un tesoro composto da gioielli femminili dell’anno Mille e lingotti d’argento

Gli oggetti di oreficeria femminile e le barrette di argento - che erano racchiusi originariamente in un contenitore formato da cortecce - pesano più di due chili. Un valore che avrebbe permesso l'acquisto 10 cavalli da guerra o di più di 200 pecore. Il luogo isolato fu scelto per massimi motivi di sicurezza

Un tesoro composto da collane, bracciali, anelli e lingotti d’argento è stato trovato dagli archeologi in un bosco. Gli oggetti che erano stati accumulati nello stesso punto, hanno datazioni diverse. Alcuni risalgono alla fine dell’XI e alla prima metà del XII secolo. Altri ai secoli XI-XII. La datazione è avvenuta, per ora, in base ad elementi stilistici che paiono, comunque, inequivocabili. Notevoli sono gli elementi artistici del ritrovamento, grazie a strutture plastiche elaborate, sia sotto il profilo figurativo che geometrico.

La scoperta è avvenuta, probabilmente anche grazie a strumenti di rilevamento, in un bosco, su un dosso, durante la spedizione 2021 dell’Istituto di archeologia dell’Accademia russa delle scienze nei pressi Staraya Ryazan, una località della Russia occidentale. Il materiale d’oreficeria è stato recuperato nel corso di uno scavo che non ha portato all’acquisizione di altri elementi negli strati.

Il luogo in cui è avvenuto il ritrovamento. L’avvio dello scavo e gli oggetti preziosi prima del recupero. Foto courtesy Maxim Pankin, Institute of Archaeology, RAS)

Il ritrovamento isolato farebbe pensare a un tesoretto nascosto in un punto riparato e lontano da sguardi indiscreti, in una zona dove non si svolgevano lavori agricoli e che pertanto non veniva controllata e frequentata. Ciò che colpisce è la cura con la quale gli oggetti furono deposti, creando un nido formato da cortecce e disponendo collane ed oggetti con levità. Non furono pertanto gettati alla rinfusa, frettolosamente, ma sistemati con accuratezza.
Il tesoro della foresta, foto courtesy Maxim Pankin, Institute of Archaeology, RAS)

E’ certo il fatto che chi lo nascose morì prima di poter tornare sui propri passi o il passaggio del tempo confuse il ricordo del punto esatto in cui il materiale era stato sepolto. Il luogo del ritrovamento si trova a 4 chilometri dall’insediamento antico di Staraya Ryazan, oggetto delle ricerche principali degli archeologi russi.
Foto courtesy Maxim Pankin, Institute of Archaeology, RAS

“Il tesoro era nascosto nel bosco sul pendio dell’umido promontorio del burrone, non distante dall’affluente di destra del piccolo torrente Studenets”. – dicono gli archeologi – Il luogo della scoperta è lontano dai noti insediamenti archeologici. I più vicini – due piccoli insediamenti della fine del XII – XIII secolo, Studenets 5 e Studenets 7 – si trovano sulle rive dello stesso burrone a 0,6 km a nord (a monte) e a sud (a valle) dal luogo in cui era nascosto il tesoro. Il promontorio della sponda del burrone, dove sono stati rinvenuti i tesori, è stato successivamente indagato a fondo, ma non sono emersi segni dello strato culturale. Probabilmente, il tesoro era stato racchiuso in corteccia di betulla”.

Il tesoro comprende trentadue oggetti in metallo bianco, tra cui 8 collane e 14 braccialetti di varie forme, tecniche e stili di fabbricazione, cinque anelli temporali a sette raggi – utilizzati per la decorazione del copricapo, che discendevano sulle tempie – una perlina con grani, grivna monetarie di tipo Novgorod e parti di essi. Il peso totale del tesoro è di 2,1 chilogrammi.
“A giudicare dalla sua composizione – dicono gli archeologi – il tesoro è più probabilmente una sorta di ricchezza accumulata che un set di gioielli femminili in sé”. Sarebbe stato accumulato, pertanto, per il valore della materia prima.
Il tesoro della foresta, foto courtesy Maxim Pankin, Institute of Archaeology, RAS)

Secondo Igor Strikalov, archeologo dell’Istituto di archeologia dell’Accademia delle scienze russa, il tesoro era probabilmente la ricchezza accumulata da un mercante o da un ladro. A quell’epoca due chili d’argento – venduti come metallo – avrebbero permesso di acquistare, nella zona – secondo gli storici – 10 cavalli da guerra o più di 200 pecore.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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