Ancora tracce di presenze femminili tra i resti del forte romano di Vindolanda, che ospitò truppe romane di origine gallica, tra le quali c’erano romani d’origine cisalpina, cioè provenienti delle nostre regioni settentrionali. Il ritrovamento è avvenuto nelle ore scorse in Inghilterra, nei pressi del Vallo di Adriano. “Oggi i nostri scavatori si stanno godendo il sole (dopo giorni e giorni di pioggia ndr.) anche se lavorano sodo – dice la direzione di Vindolanda trust, l’organizzazione proprietaria dei resti della cittadella militare romana, nei pressi – Ecco un po’ di ‘motivazione del lunedì per tutti: lungo la strada dell’intervallum del forte abbiamo trovato questo bellissimo spillone per capelli. E’ intagliato in un osso”.
Come l’avrà perduto? Apparteneva a una schiava a servizio delle famiglie di ufficiali – che si spostavano con moglie e figli – o a una donna del comando? Certo che potremmo immaginare tante versioni dello smarrimento, lungo la via laterale dell’accampamento. Gli archeologi inglesi escludono che possa essere una sorta di spiedino per consumare lumache, delle quali i romani erano particolarmente golosi. No, sarebbe proprio uno strumento per le acconciature femminili. Le donne non mancavano a Vindolanda e non solo nel borgo, cioè nel villaggio alle fortificazioni.
Vindolanda era un forte di truppe ausiliarie costruito dai Romani in Britannia per ordine di Gneo Giulio Agricola nel 79. Nel vasto panorama delle fortificazioni romane, un elemento fondamentale che spesso sfugge all’attenzione è l’intervallum, la strada lungo quale lo spillone è stato trovato. Questa fascia percorribile, collocata strategicamente tra il vallum (barriera difensiva) e l’area interna degli accampamenti, rivestiva un ruolo cruciale nella difesa e nell’organizzazione militare dell’epoca.
L’intervallum non era semplicemente uno spazio vuoto tra due linee di difesa, ma aveva diverse funzioni cruciali. La sua principale finalità era quella di tenere lontani i nemici dalle prime file di tende o baraccamenti, consentendo al contempo un’uscita ordinata delle truppe in caso di attacco. Inoltre, serviva da via di accesso agli ascensus, le scalette utilizzate per salire sulle mura o il vallum, facilitando così la difesa e il dispiegamento delle truppe.
Le dimensioni dell’intervallum variavano a seconda dell’epoca e del contesto storico. Secondo antichi storici come Polibio e Igino, la larghezza di questa fascia dipendeva dalla gittata delle armi nemiche e dalle esigenze difensive del momento. Ad esempio, in età repubblicana, l’intervallum era ampio circa un ottavo del lato dell’area occupata dagli accampamenti, mentre in epoca imperiale si riduceva a circa un decimo.
L’evoluzione delle fortificazioni romane portò a cambiamenti significativi nelle dimensioni e nella disposizione dell’intervallum. In epoca imperiale, con l’organizzazione rettangolare dei campi e l’arrangiamento delle tende delle legioni intorno all’intervallum, la larghezza di quest’ultimo si ridusse notevolmente rispetto ai modelli precedenti. Tuttavia, con il passare del tempo e l’avanzamento delle tecniche di guerra, soprattutto durante il tardo Impero, l’intervallum si espanse nuovamente, raggiungendo larghezze fino a 400 piedi, riflettendo la necessità di difese più robuste contro le armi avanzate dell’epoca.
In definitiva, l’intervallum rappresentava un elemento cruciale nelle fortificazioni romane, contribuendo alla sicurezza e alla capacità difensiva degli accampamenti militari. Le sue dimensioni e la sua disposizione riflettevano non solo le esigenze strategiche del momento, ma anche l’evoluzione delle tattiche e delle tecnologie militari nel corso dei secoli. Così, anche se spesso trascurato, l’intervallum rivestiva un ruolo fondamentale nell’arte della guerra romana.