L’oggetto misterioso, trovato anni fa in un fosso-discarica del forte romano di Vindolanda, in Gran Bretagna, sta sollevando mille interrogativi. Esso è stato esposto in questi giorni nel museo britannico, dopo uno studio condotto da docenti universitari che affermano che il legno lavorato, lungo circa 16 centimetri, fosse uno strumento di piacere. Le ipotesi precedenti assegnavano all’oggetto la funzione di grosso strumento per rammendo o cucitura di materiali come il cuoio o di pestello per il sale e le spezie. Oppure, ancora, si parlava di un simulacro dell’organo maschile, da toccare per propiziarsi la fortuna. Voi che ne pensate?
L’oggetto è questo
“Gli archeologi – dice The Guardian – ritengono di aver trovato l’unico dildo romano conosciuto a grandezza naturale, scoperto in un fosso in quelli che erano i margini settentrionali più estremi dell’impero”.
L’insediamento militare di Vindolanda, che comprendeva aree residenziali per i soldati e per il personale di servizio – la cittadina era, per tanti aspetti, autonoma, e offriva ai militari anche templi e terme – fu costruito dai Romani in Britannia per ordine di Gneo Giulio Agricola nel 79 dopo la conquista della Britannia del nord. La struttura si trova a un paio di chilometri dalla parte meglio conservata del Vallo di Adriano, in Northumbria.
Il terreno torboso – che protegge gli elementi organici dalla decomposizione – ha permesso di trovare, al di là dei resti di importanti strutture portate alla luce nei decenni, numerosissimi oggetti della vita quotidiana di circa 2000 anni orsono, tra i quali scarpe, praticamente intatte.
Da questo forte provengono anche tavolette scritte in antico corsivo romano da cui emergono molti interessanti dettagli sulla vita quotidiana delle guarnigioni delle zone di frontiera. Su queste tavolette brevi messaggi, come la richiesta di indumenti nuovi a casa o l’invito tra amiche – nel forte soggiornavano anche le mogli dei comandanti – per un compleanno. Il forte non era un accampamento. Ma una città militare – a lungo presidio, potremmo dire – che vantava anche una non modesta presenza femminile -.
L’oggetto di legno, ora al centro dell’interesse degli archeologi, è stato trovato – come dicevamo – in un fosso insieme a dozzine di scarpe romane e accessori per abiti, nonché prodotti di scarto artigianale come ritagli di cuoio e corna lavorate.
“Devo confessare”, ha detto, al The Guardian, Rob Collins, docente senior di archeologia dell’Università di Newcastle , “una parte di me pensa che sia abbastanza evidente che si tratti di un pene, nonostante fosse stato catalogato in altro modo. Non so chi l’abbia inserito nel catalogo. Forse era qualcuno a disagio o non pensava che i romani potessero fare cose così sciocche. Le rappresentazioni bi e tridimensionali dei falli erano onnipresenti nel mondo romano, sia nei mosaici, negli affreschi, nella decorazione di vasi o nei ciondoli indossati al collo”.
Secondo i britannici, questo potrebbe essere il primo giocattolo erotico relativo al mondo romano trovato al mondo. E voi che ne pensate?