Una collinetta anomala. Scaviamo? Scoperti numerosi oggetti medievali, monete d’argento e un reliquiario. Qui sorgeva il castello di un cavaliere

Dopo l'incendio - che si sviluppò accidentalmente o che fu appiccato dal nemico? - il castello fu abbandonato e divenne una sorta di cava di materiali lapidei ai quali attinsero, progressivamente, tutti gli abitanti della zona

I resti erano segnalati dalla presenza di un dosso che si innalza dal terreno. Indagini consecutive hanno permesso di stabilire che le vestigia appartenevano a un castello o a un luogo fortificato. Qui sorgeva la roccaforte di Woźniki, in Polonia, le cui origini possono essere datate provvisoriamente alla fine del XIII secolo. L’edificio probabilmente fu distrutto da un incendio, nella prima metà del XV secolo. Ricerche storiche hanno permesso di stabilire che l’edificio apparteneva a un cavaliere. Era quindi una dimora privata fortificata, che forse aveva un ruolo di controllo del territorio. Quel punto viene chiamato, dagli abitanti, Górka, cioè collina.

La collinetta sulla quale sorgeva l’edificio, vista dall’alto. @ Istituto di Archeologia dell’Università di Lodz
Scavi archeologici archeologici a Woźniki, nell’area un tempo occupata da un castelletto. @ Istituto di Archeologia dell’Università di Lodz

Gli archeologi – tra i quali quelli dell’Università di Lodz – hanno preventivamente utilizzato il georadar per individuare il punto migliore dal quale iniziare gli scavi. Con questa strumentazione, che somiglia al sonar utilizzato dalle navi per aver percezione della profondità e dall’andamento dei fondali, è stato possibile osservare la presenza di muri sepolti. E, in questo 2023, è stato effettuato il primo scavo sistematico che ha permesso il recupero di copiosi materiali medievali, tra i quali un raro encolpion di rame, reliquiario a forma di croce.

La croce che contiene reliquie e che era indossata sul petto. L’oggetto è stato trovato tra i resti dell’edificio @ Istituto di Archeologia dell’Università di Lodz

Gli archeologi hanno trovato anche vasi di terracotta e numerosi oggetti di ferro collegati alla struttura edilizia, come cardini, lucchetti per le porte, chiodi, ganci e graffe. Tra i materiali è stata portata alla luce anche una carda che veniva utilizzata per la lavorazione della lana. Legate all’attività di difesa sono emerse diverse teste di dardi di balestra. Sono state scoperte anche diverse monete d’argento ed elementi di una cintura.
Sotto il profilo della struttura è risultata interessante la presenza dei resti di una stufa a cupola che doveva scaldare gli ambienti del castello.

Dopo l’incendio – che si sviluppò accidentalmente o che fu appiccato dal nemico? – il castello fu abbandonato e divenne una sorta di cava di materiali lapidei ai quali attinsero, progressivamente, tutti gli abitanti della zona.

La ricerca archeologica di quest’anno è stata condotta dagli studenti di archeologia dell’Università di Lodz sotto la supervisione del Dr. hab. Piotr Strzyż, Radosław Zdaniewicz e la Dott.ssa Kalina Skóra dell’Istituto di Archeologia ed Etnologia dell’Accademia Polacca delle Scienze di Łódź, con la partecipazione del Dott. hab. Grzegorz Żabiński dell’Università Jan Długosz di Częstochowa, Ph.D. Olgierd Ławrynowicz dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Lodz e Wojciech Kawka di Bytom.

 

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Maurizio Bernardelli Curuz
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