Una risata vi seppellirà: l’anarchico Kupka trasformò la pittura sociale in una bomba

InGRANDIMENTI - Molto spesso risulta difficile e riduttivo rinchiudere e fossilizzare un artista all’interno di una singola corrente pittorica. E’ certamente questo il caso di Frantisek (o Frank) Kupka (1871-1957)...


kupka45[M]olto spesso risulta difficile e riduttivo rinchiudere e fossilizzare un artista all’interno di una singola corrente pittorica. E’ certamente questo il caso di Frantisek (o Frank) Kupka (1871-1957), il pittore boemo che per circa una sessantina d’anni ha vissuto nell’epicentro dei principali movimenti del XX secolo.

Egli è infatti stato inizialmente un originale protagonista del Fauvismo, successivamente del Cubismo, per poi approdare, dal 1910 in poi, alla pittura pura e alla non-figurazione. Accanto a Kandinskij, Mondrian, Delaunay, Picabia, Léger viene considerato uno dei pionieri dell’arte astratta. Ciononostante egli cercò sempre di tenersi a distanza da tutti i diversi movimenti e soprattutto rifiutò di essere affiancato al cubismo.
Nato in una modesta famiglia, rimase orfano molto presto e iniziò a lavorare già all’età di tredici anni. Ciononostante, in lui esplose precocemente l’amore per la pittura che lo spinse a frequentare l’Accademia di Praga. Finiti gli studi si trasferì a Vienna, dove, secondo alcune testimonianze, divenne un medium di fama.
Questa strada da lui abbracciata trova una giustificazione in una delle grandi passioni che sempre animarono la sua esistenza: egli fu infatti affascinato dal misticismo e dall’occulto che sovente lo spinsero a realizzare tele e disegni di genere fantastico con humor nero. Accanto a questo, Kupka appoggiò idee anarchiche. A tal proposito, sebbene pare non sia stato un anarchico militante, a Parigi (dove si trasferì dal 1896) collaborò frequentemente come illustratore con riviste quali “L’Assiette au beurre” e “Les Temps nouveaux”, palesando così le sue idee liberali.
Egli criticava una società basata sulla disuguaglianza e condannava i fanatismi religiosi. Attraverso l’allegoria e la derisione cercava dunque di combattere l’ingiustizia, la corruzione e il capitalismo. Interamente suo è il numero 3 de “L’Assiette au beurre” dedicato ai temi del denaro, della pace e delle religioni. Ma Kupka non è amato solo in quanto illustratore, molto ampia è infatti la sua produzione, che solo dopo la seconda guerra mondiale ottenne un certo riconoscimento ufficiale.
Attualmente, è il Centre Pompidou a possedere la collezione delle sue opere più importante al mondo, permettendo così di tracciare agevolmente tutte le tappe della sua carriera, dalle prime stampe simboliste fino alla geometria radicale dell’ultima produzione.

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Redazione
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