La Gran Bretagna ha recentemente fatto un importante passo nella sua storia grazie alla scoperta straordinaria di una moneta che porta il nome di un sovrano dimenticato dell’età del ferro. Questa scoperta è stata acclamata come una delle più significative degli ultimi decenni ed è stata effettuata da un appassionato di ricerca con un metal detector in un campo agricolo che era stato da poco arato e che è situato nella Test Valley, nell’Hampshire, una contea sulla costa meridionale dell’Inghilterra nel Regno Unito.
La moneta in questione presenta un’iscrizione particolare: “Esunertos.” Gli esperti ritengono che questa moneta potrebbe essere collegata a un re di spicco dell’età del ferro, noto come “IISVNIRTOS” o “Esunertos,” il cui nome potrebbe significare “potente come il dio Esos.” Una delle teorie suggerisce che questo sovrano avrebbe potuto governare dalla fortezza di Danebury Hill. Esunetos dovette agire nel bacino occidentale del Tamigi nella seconda metà del I secolo a.C. È conosciuto solo per alcune rare monete d’oro e d’argento, che forniscono un’ortografia alternativa del suo nome: IISVNIRTOS.
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‼️ In una tomba romana trovano una cassa di pietra. La aprono. All’interno scoprono grande quadrante di un orologio, un’urna di vetro con ceneri, un anello d’oro con nome 👇#rome #Archaeology #discover https://t.co/kd6jxYcTj8
— Stilearte.it (@Stile_arte) October 18, 2023
Esus o Hesus, dal quale il re derivò il proprio nome, costituiva una delle principali divinità della mitologia celtica e insieme a Toutatis e Taranis formava la triade divina gallica. È noto soprattutto per due imponenti statue e per un riferimento nel poema epico “Pharsalia” di Lucano. Esistono diverse interpretazioni riguardo alla sua identità, alcuni lo assimilano al dio della guerra latino Marte, mentre altri lo associavano a Mercurio.
Gli antichi riti in suo onore includevano sacrifici umani, in cui la vittima veniva sospesa a un albero e lasciata morire dissanguata. Due rappresentazioni iconiche di Esus sono la “Stele dei Naviganti” a Parigi e la “Stele di Treviri,” entrambe lo mostrano come un taglialegna mentre abbatte un albero.
Tracce della devozione ad Esus esistono anche in Italia, presso i Galli Senoni che fondarono la città di Jesi, poi rinominata Aesis dai Romani, sulle rive del fiume Esino, che all’epoca era probabilmente navigabile. Questo perché il dio Eso era considerato anche il protettore del commercio fluviale.
Inizialmente, il valore stimato di questa moneta d’oro era di circa 3500 sterline ma quando è stata messa all’asta, ha superato ogni aspettativa. La moneta è stata venduta all’asta della Spinks Auction per una cifra straordinaria di 17mila sterline (pari a 19.576 euro), spese e tasse escluse, stabilendo un nuovo record mondiale per una moneta di questo tipo.
La scoperta è stata fatta da Lewis Fudge, un appassionato di ricerche con il metal detector che aveva ottenuto il permesso di ispezionare il campo di un contadino nell’Hampshire nel corso di quest’anno. La reazione di Lewis Fudge alla scoperta è stata di pura euforia. Ha dichiarato: “Sono al settimo cielo. Se non fosse stato per la gente nella sala d’asta, avrei fatto un salto di qua e di là. I collezionisti con cui ho parlato sono sbalorditi. Sono così felice di non aver accettato le loro offerte private prima dell’asta.”
Questa moneta, presumibilmente coniata tra il 50 e il 30 a.C., rappresenta un importante pezzo di storia britannica. Questo periodo coincide con la prima incursione romana in Gran Bretagna, guidata da Giulio Cesare nel 55 a.C. Nonostante uno scontro con i guerrieri celtici sulla spiaggia, i Romani non riuscirono a stabilire una presenza duratura e dovettero ritirarsi.
La moneta è stata descritta dalla Spinks Auction come un quarto di “lavagna”, con un lato che riporta il nome Esunertos in latino e presenta una testa usurata di Apollo con particolari distintivi, come tre file di mezzelune rivolte verso l’esterno e una ruota a sette raggi al posto dell’orecchio. Sul retro, la moneta presenta un cavallo a tripla coda con dettagli intricati.
Il dottor John Sills del Celtic Coin Index presso l’Ashmolean Museum ha elogiato questa scoperta come “una delle più importanti degli ultimi decenni nella numismatica celtica.”