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ESCHER
Palazzo Albergati – Art Experience | Bologna
Dal 12 marzo al 19 luglio 2015
Orario apertura
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
(la biglietteria chiude unʼora prima)
Aperture straordinarie
5 aprile 10:00 – 21:00
6 aprile 10:00 – 20:00
25 aprile 10:00 – 20:00
1 maggio 10:00 – 20:00
2 giugno 10:00 – 20:00
Biglietti
Intero € 13,00 (audioguida inclusa)
Ridotto € 11,00 (audioguida inclusa)
65 anni compiuti (con documento); ragazzi da 11 a 18
anni non compiuti; studenti fino a 26 anni non compiuti
(con documento); appartenenti alle
forze dellʼordine; portatori di handicap; possessori;
giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale
(professionisti, praticanti, pubblicisti)
Informazioni e prenotazioni
T +39 051 030 10 15
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[googlemap src=”https://maps.google.it/maps?q=+Via+Saragozza,+28+40123+Bologna&hl=it&ie=UTF8&sll=44.503747,11.22432&sspn=0.160382,0.368729&t=h&gl=it&hnear=Via+Saragozza,+28,+40123+Bologna,+Citt%C3%A0+Metropolitana+di+Bologna,+Emilia-Romagna&z=16″ width=”200″ height=”300″ align=”alignright” ][C]ostruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie interconnesse: il meraviglioso mondo dellʼartista che più di ogni altro trasforma lʼambiguità visiva in ambiguità di significato, che seduce e incanta con disegni e litografie che col passare del tempo sono entrate nellʼimmaginario quotidiano e collettivo e che hanno visto gli impieghi più disparati – copertine di famosi long playing, (33 giri), scatole da regalo, francobolli, biglietti dʼauguri e piastrelle. Escher è ovunque.
La retrospettiva su Maurits Cornelis Escher, aperta dal 12 marzo al 19 luglio 2015, a Bologna, è stata arricchita e viene presentata in una forma inedita, ponendo lʼaccento su aspetti mai affrontati prima dʼora, con oltre 150 opere del famoso artista olandese. Con il patrocinio del Comune di Bologna, la mostra e prodotta ed organizzata da Arthemisia Group ed è curata da Marco Bussagli e da Federico Giudiceandrea. Realizzata in collaborazione con la M.C. Escher Foundation, si avvale del supporto di Sky Arte HD e ArteFiera. Tra le opere esposte ci sono i suoi capolavori più noti come Mano con sfera riflettente, Giorno e notte, Nastro di Möbius II, Casa di scale (relatività), Altro mondo II, Vincolo dʼunione, e la serie degli Emblemata. Una sezione del tutto nuova sarà quella della Eschermania che racconta la vasta e molteplice influenza dellʼartista.
Il percorso espositivo si articola in sei sezioni:
• La formazione: Escher, lʼItalia e lʼispirazione Art Noveau
• Superfici riflettenti e metamorfiche • Metamorfosi
• DallʼAlhambra alle tassellatura
• Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio
• Economia escheriana ed Eschermania
ESCHERMANIA
Poco nota, ma qui approfondita in maniera illuminante, è lʼinfluenza che Escher ha avuto ed ha ancora sullʼeditoria, sulla grafica, sullʼoggettistica, per non parlare della pubblicità, della moda, dei fumetti e del cinema: il rigore delle sue straordinarie immagini inventate ben prima che fosse commercializzato il computer, nulla hanno da invidiare a quelle realizzate oggi con le più sofisticate tecniche digitali. La grandezza di un genio si misura anche dalla capacità dʼinfluire su altri artisti, come pure sulla società circostante. La lezione di Escher ha dimostrato che, sebbene non abbia avuto allievi diretti, questi due parametri sono stati del tutto soddisfatti. La beat-generation sʼinnamorò presto delle creazioni di Escher che, soprattutto in America, “rubava” la sua arte per stamparla su magliette, sui poster tinteggiandole con i colori psichedelici allora di moda, suscitando le ire dellʼartista che, per questo motivo, fondò la Escher Foundation alla quale, ancora oggi, si deve la tutela dei suoi diritti. Così, le sue incisioni finirono anche sulle copertine dei long playing, come si chiamavano a quellʼepoca i 33 giri incisi dalle grandi band della musica pop, non sempre con il gradimento dellʼartista. È noto lʼepisodio di Mick Jagger che non riuscì a pubblicare Verbum sulla custodia dellʼultimo LP dei Rolling Stones che nei primi giorni del 1969 sarebbe stato lanciato sul mercato con il titolo di Let it Bleed.
Tutto questo può ben essere definito “eschermania” a cui viene dedicata unʼintera sezione che racconta come, ancora oggi, in maniera sempre crescente, persone di ogni estrazione sociale, dai curiosi ai matematici, dagli eccentrici ai trasgressivi, fino a tutti quegli artisti che, pur non avendolo mai conosciuto, a lui sʼispirano per le loro opere, siano profondamente affascinati dal mondo caleidoscopico di Escher. Cʼè infatti una lunga schiera dʼimitatori che hanno “imparato” il “metodo-Escher” e hanno prodotto una serie di variazioni sul tema. Si va così da David Hop, pubblicitario e grafico statunitense, al francese Dominique Ribault che ultimamente ha utilizzato il metodo della tassellatura anche per le sue sculture a tre dimensioni, fino al tedesco Hans Kuiper che ha utilizzato tecniche computerizzate per riprodurre opere di artisti famosi del XX Secolo, a cominciare proprio da Escher.
Escher, la biografia in breve
Maurits Cornelis Escher è un artista olandese nato a Leeuwarden , il 17 giugno 1898 e morto a Laren, sempre in Olanda, nel 1972. I suoi due nomi di battesimo vengono indicati normalmente con le iniziali MC. La notorietà del pittore è legata a elementi di natura razionale, matematica e geometrica che producono illusioni ottiche e pertanto inducono a pensare che la scienze perfette giungano a configurare soluzioni metafisiche. il suo lavoro si è svolto soprattutto a livello disegnativo, trasposto poi nelle xilografie, nelle litografie e nelle acquetinte. I primi lavori furono ispirati dalle prospettive dei pavimenti e delle mattonelle, che egli portò ad effetti tridimensionali.
Respirò in casa propria la passione per le scienze esatte, grazie al padre George Arnold, che era ingegnere idraulico. Maurits era un bambino spesso malato e ciò, se da un lato gli permise di esplorare personalmente il proprio universo fantastico, dall’altro gli rese difficoltosa la frequentazione della scuola. Abilissimo nel disegno, conseguiva bassi profitti nelle altre materie. Finite le scuole secondarie Escher frequenta la Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem. Sempre travagliato da una grave infezione alla pelle, incontra ancora difficoltà nell’ambito della regolarità dello studio, anche se poi risultano determinanti gli insegnamenti di Samuel de Mesquita Jessurun, un artista con cui si tiene in contatto fino a quando, quest’ultimo, fu ucciso con la sua famiglia dai nazisti, nel 1944. Nel 1922 Escher lasciò la scuola, avendo acquisito la padronanza del disegno e della xilografia. E’ in quell’anno che inizia il viaggiò attraverso l’Italia – dove esegue incisioni di paesaggi rivisti prospetticamente – e la Spagna. All’Alhambra, castello moresco del XVI secolo a Granada, rimane colpito dagli illusionistici apparati decorativi.
Nel 1923, in Italia, Escher incontra Jetta Umiker, che sposa nel 1924. La giovane coppia si trasferisce a Roma, dove nasce il primogenito, Giorgio Arnaldo Escher. Avranno altri due bambini, Arthur e Jan.
Nel 1935, il clima politico italiano diventa insopportabile per Escher. Non ha interesse per la politica ma si oppone al fanatismo e al conformismo. Quando il figlio maggiore è costretto, all’età di 9 anni, a indossare la divisa di Balilla, la famiglia decide di lasciare l’Italia e si trasferisce a a Château d’Oex in Svizzera, dove risiede per due anni.
Nel 1937, la famiglia si trasferisce, a Ukkel, nei sobborghi, di Bruxelles in Belgio. La seconda guerra mondiale costringe Escher, nel gennaio 1941, a partire per Baarn, in Olanda, dove l’artista ha vissuto fino 1970, quando si ritira in una casa di riposo per artisti, nella quale dispone di un laboratorio personale. Muore due anni dopo, il 27 marzo 1972 .
L’opera di Escher ha una componente significativa di matematica, come il nastro di Möbius. Molti mondi da lui progettati sono articolati intorno a oggetti impossibili, come il cubo di Necker e il triangolo di Penrose . L’incontro e l’amicizia con il matematico britannico Roger Penrose si rivelano decisivi per la sua arte
I critici concordano nel dividere il lavoro di Escher in due periodi: quello ante 1937 – più
legato al paesaggio, al mondo reale, per quanto caratterizzato da una forte componente di pensiero prospettico – e quello successivo in cui pare abbandonare un approccio formale per sbrigliare l’immaginazione e il proprio pensiero matematico e geometrico. Sotto il profilo tecnico, l’artista intaglia tavolette di legno per produrre xilografie (fino al 1929 esse sono preponderanti), per passare successivamente alla litografia.
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La ricerca di Vasarely si completa negli anni Settanta, quando aggiunge tridimensionalità alle tele mediante quei “volumi inesistenti” che diventeranno la cifra della sua pittura. Cilindri, coni, cubi distorti e allungati, capaci di suggestionare, ingannando la retina. I dipinti di Vasarely paiono ragnatele fatte di triangoli e quadrati, linee e volumi che catturano l’osservatore, intrappolandolo in una dimensione inesistente e illusoria, che si dilata e si contrae. Una caleidoscopica deformazione della superficie ottenuta attraverso una creatività unica, ordinata dal preciso calcolo matematico, che sembra pulsare, che spinge l’osservatore ad oltrepassare la dimensione della percezione verso un universo ottico in continuo movimento.
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Escher. La mostra a Bologna. Qui anche il valore dei quadri di Escher
LA MOSTRA - Dal 12 marzo al 19 luglio 2015 oltre 150 opere, tra cui i capolavori più noti dell'artista olandese, nella rassegna bolognese