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Antoine Watteau, nato a Valenciennes nel 1864, fu un elegante e sensuale interprete del rococò francese, quel nuovo senso della libertà amorosa nella natura,in parchi e padiglioni, dominati da feste, conversari galanti e da cornici di sculture sensuali, nei pressi di fontane di roccia e concrezioni – da qui il nome rocaille – . Un mondo lieve ed edonista, che dimenticava ogni cupezza contoriformista del Concilio di Trento e ogni drammaticità barocca a favore di una riscoperta del corpo e della sua libertà, che trae fonte dalle nuove verità dell’illuminismo.
La ricerca della sensualità, al di là delle situazioni in cui appaiono i soggetti, è dimostrata da una liberazione dai moduli disegnativi della pittura fiamminga a favore della carnale interpretazione delle realtà basata su Tiziano, sulla pittura tonale e sul colorismo veneto, anche attraverso al magistero d di Rubens, che comunque rivela la stessa matrice veneziana. Considerato l’ideatore, in pittura, delle cosiddette feste galanti o conversari galanti, Watteau, riscosse l’interesse dei contemporanei proprio perchè interpretava un desiderio sul piano del presente, senza praticare pittura di storia, ma una cronaca della vita mondana dei suoi committenti. Il suo sguardo fu generalmente orientato, con tavolozza ariosa e chiara – a soggetti festosi, anche di natura popolari, come quelli che emersero dall’indagine pittorica svolta su abiti e attori della Comédie italienne, alternati ad altri soggetti che, nella Francia di provincia, non erano passati di moda – pittura di battaglie, che egli produsse soprattutto per il suo luogo d’origine, Valenciennes – e a qualche sulfureo quadro grottesco.
L’artista si formò nella sua città natale presso Jacques-Albert Gérin. Successivamente si trasferì a Parigi dove studiò la pittura olandese, venendo a conoscere i fiamminghi Vleughels e Spoede. Fondamentale fu l’incontro con il pittore di costumi e scene teatrali Claude Gillot, presso il quale entrò a bottega nel 1703 rimanendovi fino al 1707-08. Il pittore, probabilmente tramite lo stesso Gillot, conobbe Claude III Audran, conservatore del Palazzo del Lussemburgo, che gli commissionò la decorazione del castello di Meudon, (I Mesi, 1699) e del castello di la Muette (Gabinetto del re, 1708 circa). In questi lavori introdusse motivi esotici e cineserie. Nelle decorazioni dell’hôtel de Nointel (Poulpry) le scene galanti si susseguono a quelle grottesche. L’artista morì giovane, a Nogent sur Marne, nel 1721.
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