Una tavoletta di legno, scritta in corsivo romano, trovata nel forte di Vindolanda, in Gran Bretagna, rappresenta un dolce invito a un compleanno che una giovane donna inviò al forte in vista di una festa organizzata per l’11 settembre di circa 1900 anni fa.
Nel forte esisteva anche la presenza di famiglie, molto spesso quelle degli alti ufficiali. Sulpicia Lepidina, moglie di Flavio Cerialis, comandante del presidio di Vindolanda, ricevette proprio qui, nella struttura fortificata – una lettera di invito alla festa di compleanno da parte di una cara amica – a lei legata da un rapporto sororale – o di una sorella – ma i cognomi non collimano – o di una cugina. La tavoletta si è conservata ed è esposta a Vindolanda.
La mittente era Claudia Severa. Era nata l’11 settembre del I secolo, tra il 97 e il 105 d.C. Era una donna romana di cultura, nota per essere stata moglie di Elio Brocco, comandante di un forte romano non identificato vicino a Vindolanda. È particolarmente celebre per aver scritto questo invito di compleanno intorno al 100 d.C. a Sulpicia Lepidina, moglie di Flavio Cerialis, comandante del vicino forte di Vindolanda. Questo invito, scritto con inchiostro su una sottile tavoletta di legno, è stato scoperto negli anni ’70 ed è oggi uno dei reperti più famosi delle Tavolette di Vindolanda.
Le parole si sono conservate grazie al terreno anaerobico e a un inchiostro che conteneva una sorta di vernicetta protettiva.
Un messaggio dolcissimo, pieno d’affetto e di gioia.
Le tavolette di Vindolanda sono una numerosa serie di reperti archeologici ritrovati nel sito del forte romano. Si sono conservate grazie a un ambiente sotterraneo privo di ossigeno, di un terreno bagnato dall’acqua e dotato di un ph perfetto per il mantenimento del legno.
Su queste sottili tavolette di legno furono vergati a inchiostro i testi di documenti ufficiali e privati durante il I e II secolo. Sono attualmente conservate al British Museum.
Le tavolette di Vindolanda furono realizzate con il legno di betulle, ontani e querce di provenienza locale, a differenza delle tavole cerate, un altro tipo di tavolette da scrittura usate nella Britannia romana, che erano importate e prodotte con legno non nativo.
Le tavolette hanno uno spessore di 0,25-3 mm con dimensioni pari a 20 × 8 cm, ed erano incise al centro e piegate in modo da costituire dittici sulle cui facce interne si poteva scrivere con un inchiostro composto da acqua, carbone e gomma arabica. La gomma arabica funzionava come una sorta di vernice finale, rendendo indelebile lo scritto. Quasi 500 tavolette sono state trovate negli anni 1970 e 1980.
Questo dittico del compleanno contiene una lettera a Sulpicia Lepidina inviata – in un anno presumibilmente compreso tra il 97 e il 105 d. C. da parte di Claudia Severa, moglie di Elio Brocco, a Lepidina, moglie di un altro comandante. Con essa Severa invia a Lepidina un caloroso invito a farle visita per il proprio compleanno e aggiunge i saluti per Cerialis da parte sua, dal proprio marito e del loro figlioletto.
La tavoletta del compleanno misura 223 × 96 mm. È quasi certo che l’autrice è la stessa Severa, che aggiunge di suo pugno un breve messaggio e il saluto conclusivo. Quasi certamente, quindi, si tratta dei primi esempi conosciuti di scrittura in latino da parte di una donna.
La prima parte della lettera è stata scritta in stile formale con grafia professionale, evidentemente da uno scriba, sotto dettatura; le ultime quattro righe sono aggiunte con una grafia diversa, ritenuta quella di Claudia, con quella che pare una citazione da Virgilio.
Intestazione, sul retro
A “Sulpicia Lepidina, moglie di Cerialis, da Severa”.
La lettera sul recto della tavoletta
“Claudia Severa manda i suoi saluti a Lepidina. L’11 settembre, sorella, nel giorno della festa del mio compleanno, ti invito calorosamente a fare in modo che tu venga da noi, per rendermi la giornata più piacevole con il tuo arrivo, se sei presente (in questi giorni, dalle nostre parti ndr) . Porta i miei saluti al tuo Ceriale. Il mio Elio e il mio figlioletto gli mandano i loro saluti. Ti aspetto, sorella. Addio, sorella, anima mia carissima, spero che tutto mi sia prospero, e ti saluto.