I miei orologi molli non sono soltanto un’immagine fantasiosa e poetica di ciò che è reale; quella visione del formaggio che fonde è in verità la più perfetta definizione che le più alte speculazioni matematiche possono dare dello spazio-tempo”.
di Gualtiero Marchesi
Così Salvador Dalí nelle sue Confessioni inconfessabili (1973).
[A]l maestro catalano, ai di lui orologi metafora della persistenza della memoria che dilata e stempera il trascorrere delle stagioni sin quasi ad arrestarlo e annullarlo in una dimensione metafisica, dedico il mio formaggio molle.
Un taleggio morbido, schiudentesi in stille cremose. E’ stato certo davanti a una forma così sublimemente informe come questa che il geniale Dalí elaborò le sue meditazioni sulla possibilità di immobilizzare l’eterno peregrinare dell’Universo.