Il caso è complicato ed è molto interessante per capire quali sono le limitazioni dei diritti degli eredi. I discendenti di una ragazza russa, Tatiana Rachevskaya, morta suicida nel 1910, a 23 anni, a Parigi, vengono a sapere – da un mercante d’arte e da una casa d’aste francese – che la tomba della loro parente è stata decorata con una statua di Costantin Brancusi, un gigante dell’arte novecentesca.
Quel Bacio era stato acquistato – presso l’atelier di Brancusi – dal compagno della ragazza, il medico Solomon Marbais, per una cifra non elevata: 200 franchi. La splendida scultura primitivista doveva essere simbolo eterno dell’unione tra i due amanti, che supera la barriera della morte.
Ma, più prosaicamente, il monumento ha un valore commerciale elevatissimo, compreso tra i 40 e i 50 milioni di euro. La scultura era rimasta al cimitero di Montparnasse e, in tempi recenti, era stata coperta da una scatola di legno.
Gli eredi – aiutati dal mercante d’arte – fanno valere il diritto di proprietà, che dovrebbe consentir loro di disporre liberamente dei beni dei familiari. Fanno domanda d’esportazione, inscatolano la statua, lasciandola però sulla stele, in attesa dell’ok all’esportazione.
A questo punto scoppia un putiferio. Lo Stato francese blocca gli eredi, che fanno ricorso. La vicenda si conclude con la sentenza definitiva del Consiglio di Stato francese che, nelle scorse ore, ha esplicitato le motivazioni della sentenza avversa agli eredi. La statua non può essere rimossa dal cimitero perché è parte indivisibile della tomba. Il Bacio venne acquistato dal medico romeno per decorare – inequivocabilmente – la tomba. Tomba e statua hanno pertanto la valenza di un edificio storico, che diviene bene culturale sottoposto a tutela e salvaguardia da parte dello Stato. Quindi la scatola sarà rimossa e la scultura non potrà essere spostata.