Foto courtesy © N. Diner-Stephan, Inrap, © N. Gryspeirt, Inrap
Quando fu deposta nella bara, la giovane donna indossava una collana di perle, orecchini, diversi bracciali in lega di rame e d’osso, nonché anelli, anch’essi in lega di rame.
Il suo corpo venne adagiato e sistemato con eleganza nel legno. Le braccia, dalle quali spiccavano i braccialetti furono appoggiate lungo il torso e le mani, decorate da anelli, furono congiunte a livello della parte inferiore del ventre.
I resti, risalenti al IV secolo – la datazione si basa, per ora, in attesa degli esiti delle ricerche di laboratorio, su una valutazione storico stilistica di una grossa bara in piombo trovata nei pressi di questa sepoltura, durante lo scavo archeologico di questo autunno inoltrato e di altri reperti della necropoli – sono stati portati alla luce ad Arras, in Francia, dall’Inrap chiamata a un accertamento, in seguito alla richiesta di ampliamento di un supermercato.
In particolare la tomba della giovane donna è stata trovata a livello di profondità di un seminterrato. Altre tombe – non si sa quante siano – furono evidentemente coperte dall’edificio commerciale, durante la costruzione, decenni fa. Per quanto le tombe che si trovano sotto il pavimento del supermercato non vengano scavate esse risultano talmente profonde che si pongono sotto il livello delle fondazioni dell’edificio stesso. Quindi sono ancora conservate.
Le tombe della tarda antichità, sottoposte ad indagine da parte dell’Inrap nei punti laterali dell’edificio, durante gli scavi preventivi, sono state poco meno di 130.
“Ad ovest, le tombe passano sotto il vecchio supermercato – dicono gli archeologi dell’Inrap – a est, continuano nel terreno vicino. A nord, una rarefazione di tombe suggerisce, tuttavia, che il limite settentrionale della necropoli possa essere vicino, senza che sia stato possibile identificarlo formalmente”.
Un sarcofago in piombo è stato dissotterrato nei giorni scorsi al centro dallo scavo, poco distante da quello scoperto e prelevato durante l’indagine del 2020. “Identificato e ripulito, il secondo sarcofago di piombo è stato prelevato al termine dello scavo e trasportato al CCE di Ribemont- sur-Ancre dove verrà aperto e successivamente analizzato seguendo un preciso protocollo sanitario, legato al rischio di inquinamento da piombo. – affermano gli studiosi dell’Inrap -Il sarcofago è simile a quello rinvenuto durante la precedente verifica: presenta gli stessi elementi decorativi, che gli conferiscono, così, una datazione simile.
Probabilmente era collocato in un grande cassero ligneo, che possiamo vedere materializzato grazie alla presenza di angolari che sono sopravvissuti. Il sarcofago è stato schiacciato sotto il peso dei blocchi di gesso del riempimento della tomba”.
Un sarcofago in pietra calcarea è stato poi portato alla luce nella fossa accanto al sarcofago di piombo.
Grazie a un coperchio spiovente, il sepolcro in pietra (nell’immagine qui sopra) non si era riempito di terra e di depositi. Esso contiene i resti ossei di una donna. Nessun corredo, in questo caso, era stato posto nella tomba o sulla persona defunta e ciò, nonostante, l’evidenza del fatto che tombe di questo tipo fossero costose ed appartenessero pertanto a un’élite. Le sepolture sembra che non siano avvenute per un evento tragico di massa.
La necropoli sarà oggetto, naturalmente, di studi approfonditi, ma non può suggerire l’ipotesi che l’area cimiteriale sia sorta in concomitanza con lo sviluppo del Cristianesimo, ad Arras. Viene superata, quindi, la sepoltura ad incinerazione con corredo e si giunge all’inumazione, priva di corredi o di orpelli. Non va sottovalutato il fatto che proprio nel IV secolo – epoca a cui risale la necropoli – nella città di Arras fosse giunto Diogene, vescovo romano di origine greca, inviato in Gallia da Papa Siricio per evangelizzare il territorio del popolo degli Atrebati. Diogene fu consacrato vescovo da Nicasio di Reims, evangelizzò Artois e costruì la prima chiesa nella città di Arras. Subì il martirio durante l’invasione dei Vandali mentre pregava nella sua chiesa di Arras.
Teniamo conto anche del fatto che le prime testimonianze scritte di cristiani in Francia risalgono al II secolo, quando Ireneo descrisse in dettaglio la morte del vescovo novantenne San Potino di Lugdunum (Lione) e di altri martiri della persecuzione del 177 d.C. a Lione.
“Da notare l’assenza quasi sistematica di deposito di corredo presso i defunti. – sottolineano gli archeologi dell’Inrap – Fanno eccezione solo due tombe; in una di esse, abbiamo trovato la giovane donna che fu deposta riccamente ornata di gioielli”.
Oggi è naturalmente difficile stabilire il motivo dell’anomalia di due sepolture con corredi. Ma si può pensare che la necropoli, essendo sorta al termine di una transizione culturale notevole, possa aver mantenuto, in minima parte, in alcune sepolture, tradizioni più arcaiche.
L’eccezionalità della tomba della giovinetta potrebbe essere anche collegata a un’eccezione specifica – molto spesso sottovalutata, in ambito storico-archeologico – e cioè a quella che appare come anomalia individuale rispetto a comportamenti standard. Spesso, infatti, tendiamo a pensare che i comportamenti, in passato, fossero fortemente stereotipati, negando in questo modo il quid autentico del carattere individuale e le specificità personali o familiari, che pur in periodi di massimo conformismo, caratterizzano sempre il rapporto complesso tra individuo e gruppo nella storia dell’umanità.
L’eccezione della ragazza con corredo potrebbe essere legata alla morte in giovane età, forse in imminenza di un matrimonio. In quel caso, anche secondo la letteratura, le giovani donne venivano consegnate al Signore come spose.