“Gli scavi in corso nel cantiere di restauro dell’Insula Occidentalis di Pompei continuano a rivelare nuove sorprese. – rivelano in queste ore gli archeologi del Parco archeologico di Pompei – Dalla Casa della Biblioteca emergono altre tracce preziose dell’antico cantiere che, con ogni evidenza, doveva essere in corso al momento dell’eruzione”.
La bellissima casa era oggetto, nel 79 d.C. di un restauro e di un ammodernamento, probabilmente anche in seguito agli sciami sismici degli anni precedenti l’eruzione, che avevano creato danni, nella città e che furono motore di interventi di restauro o di revisioni di decorazioni e di arredi. Si viveva in una sorta di 110 per cento, per intenderci, in chiave contemporanea.
Nelle settimane scorse, nella casa, sono stati trovati i contenitori dei colori per gli affreschi che probabilmente dovevano rinnovare la domus. Ora, nel corso di nuovi scavi, è emerso quello che potrebbe essere stato un campionario di raffinati marmi, di diverse provenienze, entro i quali compiere la scelta, in loco, per la ristrutturazione.
L’architetto Paolo Mighetto illustra gli ultimi rinvenimenti: “Durante gli scavi per liberare dalla coltre vulcanica e dai crolli un grande ambiente di rappresentanza posto al primo piano inferiore della Casa della Biblioteca (VI, 7, 44) è stata rinvenuta una cassetta di legno, di cui si conserva in parte l’impronta nella cinerite, contenente lastre di marmo serpentino (porfido verde del Peloponneso) e giallo antico pronte per essere utilizzate per il rifacimento di un pavimento in uno degli ambienti comunicanti a nord. Al di sopra della cassetta le tracce di una cesta contengono elementi semilavorati dello stesso materiale”.