Nelle scorse ore dal terreno di scavo è emerso il femore di un bambino. Un altro resto legato alla morte di bambini avvenuta nella zona. Con quella che oggi appare come un’anomalia. Perché solo resti di bambini? Perche non ci si è invece, ancora imbattuti, dopo anni e anni di scavi e di ricerche, nella necropoli delle comunità che abitavano ai margini del lago inframorenico?
“Uno degli interrogativi più enigmatici sollevati dagli scavi al Lucone D riguarda la presenza di resti umani in palafitta, tutti legati a individui infantili. Anche oggi nel pulire una sezione è stato recuperato dallo strato di incendio il femore destro di un bambino di circa 3 anni. – dicono gli archeologi impegnati nello scavo, a Polpenazze, nei pressi del lago di Garda, in provincia di Brescia – Sono bambini morti nell’incendio? Sono resti umani che per la loro giovane età non erano portati nelle necropoli, ma tenuti nel villaggio? Speriamo che lo studio in corso di Alessandro Canci – Paleontologo dell’Università di Udine, ndr – possa darci delle risposte. Le sue indagini si svolgono a livello antropologico, tafonomico, genetico (1 individuo), paleopatologico”.
La tafonomia, menzionata dagli archeologi, è lo studio degli organismi penetrati in substrati sabbiosi o fangosi da vivi o dopo la morte; di notevole importanza per le ricerche relative alla formazione dei giacimenti fossiliferi.
“L’area del Lucone è costituita da uno dei più conservati tra i bacini inframorenici che costellano l’anfiteatro morenico del lago di Garda. – dicono i responsabili del Museo di Gavardo, che da decenni lavorano in questo sito – Si tratta di un’ampia conca, ora in gran parte bonificata, un tempo occupata da un piccolo specchio d’acqua. Le caratteristiche ambientali, unite ai numerosissimi nuclei di affioramento di materiali antichi, fanno di questa località un complesso di notevole importanza per lo studio delle dinamiche insediative dell’età del Bronzo. Il bacino del Lucone, dopo una fase neolitica testimoniata nella zona C, è stato abitato con continuità da un momento iniziale del Bronzo Antico a una fase avanzata del Bronzo Medio. Col Bronzo Medio avanzato il bacino sembra subire una forte contrazione del proprio popolamento. Durante l’ampio periodo di frequentazione (2200 – 1300 a.C. circa) il bacino è stato interessato non da uno, ma da più abitati in ambiente umido, presumibilmente di tipo palafitticolo o su bonifica.
La zona D- all’interno della quale è stato trovato, nelle scorse ore, il femore di un bambino, presenta due fasi insediative inquadrabili in un momento iniziale dell’Antica età del Bronzo.