Portato alla luce al Lucone un “vaso abnorme” e misterioso dell’età del Bronzo. A cosa serviva? Chi lo produsse?

Fu un oggetto di importazione o il prodotto di una sperimentazione dell'artigiano locale? E a cosa serviva questo contenitore? I fori sui manici, inducono a pensare che il vaso venisse appeso al soffitto di una casa o che potesse essere trasportato. La forma rinvia allo stilizzato volto di un cervo? Aspettiamo le vostre ipotesi

“Terza settimana di scavo all’insegna della documentazione, del prelievo, del lavaggio e della ricostruzione dei vasi dello strato a ceramica (prossimamente i dettagli!).- scrivono gli archeologi impegnati in questi giorni negli scavi del villaggio palafitticolo dell’età del Bronzo, situato al Lucone di Polpenazze, nell’entroterra del lago di Garda. Terza settimana “quando, ad un tratto: lui chi è? Compare un vaso dalla forma e dall’impasto stranissimi… il vasaio estroso del villaggio? Il Luconiano che aveva girato il mondo?
Qualcuno ha visto qualcosa di simile?”.

Il vaso prima della ricostruzione, compiuta in queste ore, nel cantiere archeologico del Lucone

La giovane archeologa mostra il vaso dopo l’intervento di recupero e di assemblaggio dei cocci

Il pezzo è abnorme, rispetto alla produzione di ceramica dell’epoca in quest’area. Fu un oggetto di importazione o il prodotto di una sperimentazione dell’artigiano locale? E a cosa serviva questo contenitore? I fori sui manici, inducono a pensare che il vaso venisse appeso al soffitto di una casa o che potesse essere trasportato. La forma rinvia allo stilizzato volto di un cervo?
Aspettiamo le vostre ipotesi.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz