Scavo subacqueo per recuperare l’antico “galeone” che giace sul fondo del mare di Agrigento

Tra i ritrovamenti destano interesse due cannoni di oltre 2 metri, diversi elementi metallici - probabilmente armi da fuoco - e un "pane di zolfo" che, vista la rilevante quantità di questo minerale ancora presente sul fondo e l'ubicazione geografica del relitto, sembra essere riconducibile al carico stesso della nave che, verosimilmente, potrebbe essersi approvvigionato nelle vicine cave di estrazione

Il relitto di Scoglio Bottazza, nelle acque di San Leone (Ag), verrà recuperato e musealizzato. Lo Comunica la siciliana Soprintendenza del Mare.

Il relitto, individuato già da qualche tempo alla foce del fiume Naro, nei pressi di San Leone (Ag), nel sito archeologico sottomarino di “Scoglio Bottazza”, sarà recuperato, restaurato e musealizzato grazie a un finanziamento di 1.000.000 di euro di fondi del “Patto per lo sviluppo della Sicilia” (Patto per il Sud), voluto dall’Assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.

Oggi martedì 30 agosto alle 10,30, nei locali del Parco archeologico di Agrigento, vengono consegnati i lavori di scavo subacqueo, restauro e musealizzazione dei reperti al Consorzio Stabile Ganosis di San Leucio del Sannio (Benevento), che ha vinto la gara di appalto.

La vigilanza dei lavori resterà in capo alla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana diretta da Ferdinando Maurici, attraverso il Rup, Pietro Selvaggio e il Direttore dei Lavori Fabrizio Sgroi.

“La nave armata, riferibile al periodo compreso tra il XVI e il XIII secolo, è stata individuata dalla Soprintendenza del Mare nel luglio del 2010, nello specchio d’acqua antistante la foce del fiume Naro, a circa un chilometro dalla costa e a 2,5 miglia dal vicino porto di San Leone. Tra i ritrovamenti destano interesse due cannoni di oltre 2 metri, diversi elementi metallici – probabilmente armi da fuoco – e un “pane di zolfo” che, vista la rilevante quantità di questo minerale ancora presente sul fondo e l’ubicazione geografica del relitto, sembra essere riconducibile al carico stesso della nave che, verosimilmente, potrebbe essersi approvvigionato nelle vicine cave di estrazione.

L’intervento di musealizzazione della nave, a una distanza di 75 chilometri da Gela dove quest’estate si è inaugurato il “Museo della nave antica” aprirà un nuovo itinerario, offrendo nuovi elementi di attrattività all’interno di un territorio particolarmente ricco di testimonianze archeologiche e ambientali.

Le operazioni si svolgeranno con la collaborazione del Parco Archeologico di Agrigento e la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento. Mostra meno

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Maurizio Bernardelli Curuz
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