Grandi emozioni, nella ripresa degli scavi all’anfiteatro che non c’era, a Volterra, una gigantesca struttura romana che era interamente coperta dal terreno, che è stata portata alla luce, in questi anni.
In queste ore si lavora all’interno di una galleria dell’anfiteatro, con la rimozione del materiale. Nei giorni scorsi è stata portata in evidenza una scalinata che conduce alla sottostruttura e altre sorprese sono attese dalla rimozione di un “fiume di terra” alto circa 4 metri di terra, che ha riempito – nei secoli – il gigantesco budello.
Siamo a Volterra sul terreno che, in poco meno di due millenni, ha coperto un vasto anfiteatro realizzato dai romani, che sta venendo alla luce, grazie agli scavi. Emerge una struttura splendida, sopraffatta da detriti e terra, accumuli che hanno coperto copiosamente – con dilavamenti secolari del colle sovrastante – la struttura ellittica degli antichi spettacoli. Nei secoli, sulla parte superiore del terreno, furono realizzate canalette ad uso agricolo. Sotto metri e metri di terreno, stavano i resti di cui si era persa traccia e memoria. Un anfiteatro, nei quali potevano essere svolti spettacoli con animali e gare tra gladiatori. Gli archeologi lo hanno definito l’Anfiteatro che non c’era. Non va infatti confuso con il teatro romano di Volterra, realizzato tra il primo secolo prima di Cristo e l’anno 13, dalla ricca famiglia volterrana dei Caecina e scavato, a livello di recupero archeologico, dagli anni Cinquanta del Novecento. Siamo alla presenza di un altro possente edificio. La gente ha iniziato a chiamarlo il Colosseo di Volterra.
Facciamo qualche passo indietro. L’8 luglio 2015 in una piccola valle oblunga nei pressi di Porta Diana, immediatamente ad ovest del cimitero comunale di Volterra e a sud della necropoli etrusca del Portone, durante alcuni lavori di bonifica all’esterno dell’area cimiteriale sono emerse le strutture murarie. I lavori vennero bloccati e iniziarono gli accertamenti archeologici.
Nel mese di ottobre 2015 si procedette, grazie al finanziamento della Fondazione e della Cassa di Risparmio di Volterra, all’esecuzione di un ampio saggio che portò i primi risultati i quali avrebbero successivamente portato al ritrovamento di un importante edificio di spettacolo del quale si era completamente perduta memoria a 6 metri circa dal piano di campagna e, nel punto di maggior interro, a 11 metri circa.
Nel maggio 2016 si concluse una seconda campagna di indagine finanziata dal Ministero che permise di acquisire dati circa le reali dimensioni del monumento, la potenza dell’interro dello stesso e le sue condizioni di conservazione. Nel corso della campagna furono aperti 4 nuovi ampi saggi che hanno consentito di ipotizzare la pianta dell’intero monumento. L’anfiteatro, a tre ordini di gradinate, è stato inserito nella vallecola che precede la celebre Porta Diana, lungo il percorso probabilmente di una antica via etrusca, poi ribadito dal Cardo della colonia romana. Notevole indubbiamente la potenza dell’interro nella sezione a valle, che può giungere sino agli 8 metri dal piano di campagna. Più ampie, rispetto a quelle ipotizzate in prima istanza, le dimensioni complessive del monumento, che parrebbero orientare verso un struttura di circa m. 82 x 64. Di particolare interesse è stata la scoperta, nell’ultimo settore scavato, di una parte delle scalinate pertinenti al secondo ordine. La campagna del 2020, oltre alle strutture, consente di recuperare i primi oggetti di quell’epoca lontana.