Cos’è il diorama? Che meraviglia! La risposta, tra arte del passato e contemporanea. Il video

Per quanto è possibile sapere, la primogenitura della produzione di diorami spetterebbe a Paolo Savi che li produsse nella prima metà del XIX secolo a fini di didattica scientifica. Le sue opere sono conservate al Museo di Storia Naturale e del Territorio di Calci, in provincia di Pisa. Ma l'inventore più noto e accertato fu Louis Daguerre che costruì i primi diorami moderni nel 1822-27, avvalendosi del pittore Hippolyte Sebron per gli sfondi e le ambientazioni sceniche

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Un diorama è una scenografia – generalmente in scala ridotta – che ricrea, in una scatola aperta da un lato – habitat di animali, momenti storici, scene di vita quotidiana, ambientazioni fiabesche o mitologiche, attraverso un fondale dipinto e (micro-)sculture. Viene ritenuto, in italiano, sinonimo di plastico – come quelli utilizzati in architettura, alla fine della progettazione di un edificio – ma una differenza tra le due realizzazioni esiste.
Il diorama, infatti, è una scatola con fondali e statuette o edifici in miniatura. Un vetro o una lente chiudono questo spazio magico, spesso illuminato dall’interno. Il sostantivo diorama significa “guardare attraverso“. Pertanto, nella sua forma originale, l’apprestamento presupporrebbe la presenza di un vetro o di un occhiale. Avvicinando l’occhio al vetro o all’occhiale è possibile “entrare” in una microstanza prodigiosa.
Per quanto è possibile sapere, il primo uso esteso di diorami spetterebbe a Paolo Savi che li produsse nella prima metà del XIX secolo a fini della didattica scientifica. Le sue opere sono conservate al Museo di Storia Naturale e del Territorio di Calci, in provincia di Pisa. Ma l’inventore più noto e accertato fu Louis Daguerre che costruì i primi diorami moderni nel 1822-27, avvalendosi del pittore Hippolyte Sebron per gli sfondi e le ambientazioni sceniche.

Nell’estate del 2017, il Palais de Tokyo di Parigi ha invitato con la mostra “Diorami” a scoprire una fonte inaspettata di ispirazione per gli artisti contemporanei.
Balzac descrisse il diorama come la “Meraviglia del secolo“, una rivoluzione ottica che giungeva al tridimensionale, un’evoluzione suggestiva che portava molto avanti la strada dello sviluppo delle lanterne magiche del XVII secolo. E, a ben vedere, anticipava il sogno del televisore e del cinema.
Nella forma inventata da Daguerre, essi riuscivano a dare l’impressione del movimento e del passaggio del tempo, con luci che cambiavano. Al di là della storia del diorama e la sua influenza sui maggiori artisti del XX e XXI secolo, la mostra Diorami ha invitato i visitatori a immergersi nei meccanismi nascosti di questo dispositivo. Con lo smantellamento delle sue strategie illusionistiche, l’appuntamento espositivo parigino si è aperto a temi di attualità come la consapevolezza ambientale e l’eredità visiva del colonialismo.

Ma oggi gli artisti contemporanei ne usano la suggestione sacrale per mettere in scena finestre di visioni stranianti, come la nascita di Gesù in una città popolata di mostri intergalattici.

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Redazione
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