Avevano acquistato il vecchio edificio una decina di anni fa. Un cottage, in campagna. Luogo nel quale, secondo alcune leggende, erano state nascoste, in un’epoca imprecisabile, un sacco di monete d’oro. Ora non è dato sapere se il metal detector di casa sia stato utilizzato sul rustico pavimento della cucina, casualmente – durante la sistemazione dell’apparecchiatura – o se l’indagine sia stata sistematica. Fatto è che il rilevatore di metalli ha iniziato a suonare come un pazzo, presso la cucina della bella casa antica di Ellerby, nel North Yorkshire, in Gran Bretagna.
I due si sono chiesti se fosse un vecchio tubo metallico o se, in tempi recenti, gli elettricisti avessero fatto passare da lì i cavi dell’elettricità. Ma ciò pareva assai strano.
Così non hanno posto resistenza alla curiosità e hanno bucato il pavimento, proprio in quel punto. Sorpresa. Tra vecchi detriti è emerso un contenitore cilindrico che conteneva 264 monete d’oro, che se ne stavano da oltre 400 anni sotto il pavimento della sua cucina. Il tesoro è stato messo all’asta dalla casa londinese Spink e per un valore stimato di 250mila sterline. Le offerte hanno triplicato questa stima iniziale.
La coppia ha contattato il banditore londinese Spink & Son. Così un numismatico si è recato in visita per valutare il loro tesoro. Le monete recuperate sono state battute durante un periodo compreso tra il 1610 e il 1727. Ciò induce a pensare che esse fossero state accumulate per il valore intrinseco dell’oro e che esse siano state murate dopo il 1727.
La famiglia Maister – che abitava in quell’edificio – era importatrice ed esportatrice di minerale di ferro, legname e carbone e le generazioni successive servirono come politici Whig e parlamentari all’inizio del XVIII secolo.
Le monete furono raccolte – molto probabilmente . da Joseph Fernley e da sua moglie Sarah Maister. Fernley morì nel 1725 e la sua vedova rimase a Ellerby per il resto della sua vita fino alla sua morte nel 1745 all’età di 80 anni. Forse il denaro è proprio suo. Morì senza poterne comunicare l’esistenza ai familiari.