Gibert & George, inseparabili artisti e sposi gay. I ragazzacci con la cravatta e le vetrate pop. Il video

Oggi le loro opere sono giganteschi pannelli fotografici, dominati da una caleidoscopia simmetria speculare, dotati di cromatismi molto accesi e traslucidi. L'effetto è quello che potrebbe essere suscitato dalle vetrate di una cattedrale pop. Uniti, nell'opera e nella vita - non appena è stato possibile si sono sposati - appaiono sempre - o quasi - nelle loro opere con quello sguardo volutamente sorpreso dalla complessità del mondo contemporaneo, che essi stessi contribuiscono a costruire. Gli abiti che indossano sono sempre quelli di un'eleganza démodè che spiazza lo spettatore. Potrebbero essere - ormai - anziani docenti universitari, capi contabili in una grande azienda, seri borghesi inclinati all'indignazione


Gilbert & George, all’anagrafe Gilbert Prousch (San Martino in Badia, 1943) e George Passmore (Plymouth, 1942) sono un duo di artisti contemporanei, che è anche coppia nella vita.
Oggi le loro opere sono giganteschi pannelli fotografici, dominati da una caleidoscopia simmetria speculare, dotati di cromatismi molto accesi e traslucidi. L’effetto è quello che potrebbe essere suscitato dalle vetrate di una cattedrale pop. Uniti, nell’opera e nella vita – non appena è stato possibile si sono sposati – appaiono sempre – o quasi – nelle loro opere con quello sguardo volutamente sorpreso dalla complessità del mondo contemporaneo, che essi stessi contribuiscono a costruire. Gli abiti che indossano sono sempre quelli di un’eleganza démodè che spiazza lo spettatore. Potrebbero essere – ormai – anziani docenti universitari, capi contabili in una grande azienda, seri borghesi inclinati all’indignazione. Ed è proprio il gioco di coppia unito allo sconcerto che due persone così serie possono indurre nello spettatore ad aver richiamato, in breve tempo, l’interesse della critica e dei media. Ancor prima d’essere una coppia gay, rappresentano una costante del cinema Novecentesco. L’attore e la sua spalla, Stanlio e Ollio, personaggi della comicità statunitense, che spesso hanno ricordato con pose e gesti comici, come quello di infilare il dito in bocca al compagno e vicversa. Gilbert Prousch è un atesino, di origine italiana, nato a San Martino in Badia, nel 1943. George Passmore è venuto alla luce a Plymouth, un anno prima.
I due si incontrano Nel 1967 Gilbert & George si incontrano al St. Martin’s School of Art di Londra. dopo che entrmbi hanno affrontato due paercorsi formativi intensi. Dal 1968 vivono e lavorano insieme a Londra. Anticipatori nello scegliere il palcoscenico anticonvenzionale per il loro talento, si trasferiscono nel quartiere dei lavoratori di Spitalfields (che negli anni settanta era il bassofondo dell’East End di Londra ed oggi oramai ritrovo per eccellenza di artisti e intellettuali, a partire dai loro seguaci come Tracey Emin o i Chapman Brothers) e si oppongono subito all’arte d’élite: chiamano la loro casa “Arte per Tutti” e si autodefiniscono “sculture viventi”.
Nel 1969 gli artisti sono chiamati a esporre allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Dal 1972-73 collaborano con prestigiose gallerie, la londinese Anthony d’Offay, la Sonnabend Gallery di New York, la Galerie Konrad Fischer di Düsseldorf. Nel 1990 gli artisti realizzano l’opera The Cosmological Pictures che sarà presentata in dieci diversi paesi europei tra 1991 e 1993. Nel 1992 espongono, presso il Museo d’Arte di Aarhus, in Danimarca, la loro opera più imponente, New Democratic Pictures. Nel 2007 la Tate Modern di Londra li ospita per un’enorme retrospettiva mai dedicata prima ad artisti viventi. Ulteriore celebrazione del loro percorso artistico sarà l’assegnazione del premio Lorenzo il Magnifico alla carriera alla VI edizione della Biennale internazionale dell’arte contemporanea di Firenze.
Essi sono interessati a riprendere esperienze umane di ogni tipo indagando le paure, le ossessioni, e le emozioni che provano gli individui soprattutto quando sono posti davanti a temi forti quali sesso, razza, religione e politica, attraverso un’arte che deve essere di tutti
Fin dagli esordi, tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta, Gilbert & George amano provocare e scuotere sia la critica sia l’opinione pubblica. I loro primi lavori sono soprattutto performance, in cui si presentano spesso con la faccia e le mani dipinte d’oro, completati da grandi opere su carta.
Nella prima metà degli anni settanta i due artisti cominciano ad operare in modo prevalente con la fotografia. Bloody life, del 1975, mostra invece l’ingresso di un nuovo elemento che si ripeterà poi sempre nelle opere successive: gli artisti stessi compaiono, soli o con personaggi della strada, all’interno delle immagini fotografiche. Negli anno Ottatanta, le fotografie, veri e propri mosaici contemporanei in virtù della costruzione a pannelli giustapposti, assumono dimensioni e cromatismo sempre maggiori. Un tema nuovo affianca quelli classici delle loro opere: la paura dell’AIDS.
Nelle ultime opere è Londra che ritorna protagonista, soprattutto dopo gli attentati terroristici del 2005: ancora una volta la grande città è, contemporaneamente, luogo di incontro-scontro di culture, coacervo di possibilità, ma anche di frustrazioni, intolleranza, rabbia e morte.

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