Due monumentali teste scolpite romane sono state portate alla luce a soli due giorni – nelle ore scorse – dall’apertura del cantiere dello scavo archeologico a Carlisle, in Gran Bretagna, sul terreno di un centro sportivo di cricket.
La scoperta è avvenuta durante gli scavi per la realizzazione di interventi di restauro e riqualificazione del club. Gli archeologi – durante saggi precedenti – hanno individuato un complesso termale in quello che era il forte di Uxelodunum (o forte di Stanwix), che costituiva uno dei punti di difesa più settentrionali della provincia romana della Britannia. L’insediamento militare, occupato da un’unità di cavalleria d’élite, l’Ala Petriana, era frequentato da una popolazione – anche femminile – particolarmente benestante.
Durante la precedente campagna di scavo, gli archeologi hanno qui portato alla luce gemme intagliate che, in genere avevano la funzione di portafortuna o costituivano un’impresa, cioè un fine a cui il portatore o la portatrice tendevano. Gli oggetti risalgono al III secolo d.C. Le gemme si staccarono dagli anelli o dai ciondoli, probabilmente a causa di un mastice che non resisteva all’acqua e che, probabilmente, subiva deformazioni in ambienti come il calidarium. Il passaggio dall’acqua calda a quella fredda avrebbe potuto facilitare il distacco.
Il nuovo scavo proseguirà fino a sabato 24 giugno, una settimana più tardi del previsto, grazie alla generosità della ditta locale RH Irving Construction. L’azienda ha donato il proprio sostegno e ha fornito gratuitamente i macchinari in loco, con il risultato che lo scavo è stato ampliato consentendo la partecipazione di un numero ancora maggiore di volontari.
Il detentore del portafoglio del Cumberland Council per Vibrant and Healthy Places, Cllr Anne Quilter, ha dichiarato: “Questa è una notizia entusiasmante ed è stata una sorpresa notevole, considerato il fatto che il cantiere era stato aperto da poche ore È una scoperta significativa ed è bello sapere che le due teste sono state portate alla luce da volontari. Grazie a tutto il team coinvolto nello scavo, comprese – appunto – le centinaia di volontari che si sono iscritti per dare una mano”.
Frank Giecco, direttore tecnico di Wardell Armstrong – l’impresa archeologica alla quale è stata affidata la direzione del cantiere archeologico – ha aggiunto: “Sono stati due giorni incredibili questi; sono le prime prima sculture trovate nel sito. Questo mostra davvero l’importanza dell’edificio termale”
Il complesso termale era stato costruito presso il forte di Uxelodunum (o forte di Stanwix), che costituiva uno dei punti di difesa più settentrionali della provincia romana della Britannia. L’insediamento militare, occupato da un’unità di cavalleria d’élite, l’Ala Petriana, era frequentato da una popolazione – anche femminile – particolarmente benestante. Chi erano queste donne? Si può supporre che, specie per missioni all’estero di controllo permanente del territorio – Roma favorisse una presenza femminile stabile, controllata, sicura e fedele. Questo per diversi motivi, che appaiono evidenti.
Le donne all’interno delle strutture evitavano che i giovani militari romani frequentassero – pericolosamente – la popolazione indigena. Il reticolo femminile era in grado di intessere relazioni di solidarietà e di cooperazione. Ma probabilmente non dovremmo pensare di prostitute al seguito, ma di compagne più o meno ufficiali dei militari. A Vindolanda, un forte che si trovava presso il vallo di Adriano, le donne svolgevano un’importante vita sociale, creando una vera e propria comunità.
“Un tempo il forte in cui abbiamo trovato le terme era un luogo estremamente importante e molto ben difeso nel sistema di confine della provincia romana della Britannia, poiché era la città più settentrionale dell’intero impero romano “, spiega il direttore degli scavi, l’archeologo Frank Giecco.
Scolpite su pietre semipreziose come la corniola, l’ametista, il diaspro e la corniola – in dimensioni che vanno da 5 mm a 16 mm – le pietre semipreziose incise furono lavorate da artigiani, che hanno realizzato minute immagini di divinità romane tra le quali, in modo ricorrente, si riconoscono Venere, Cerere, Fortuna e Apollo. Ciò che stupisce gli archeologi è che il repertorio iconografico sia – quantomeno – poco maschile. Sono infatti un numero esiguo le gemme incise che recano immagini collegate al mondo militare o guerresco. La frequentazione femminile delle terme è dimostrata anche dalla dal ritrovamento, nello scarico di 105 perle di vetro per collane o braccialetti e 40 forcine per le acconciature femminili. Nel condotto sono state portate alla luce anche piccole armi e monete romane, oltre che lacerti di ceramica.
Ora si tratta di capire quale fosse la funzione e la collocazione delle due grandi teste in arenaria trovate nelle ore scorse.
Le terme da poco ritrovate furono costruite a partire dal 210 d.C. circa, con un possente intervento architettonico, testimoniato dalla presenta di muri larghi, in alcuni punti, anche un metro e mezzo. I mattoni marchiati con il timbro IMP indicano che il complesso termale fu realizzato da maestranze imperiali quando Settimio Severo si trovava nell’area per una campagna militare del 208 d.C. in Caledonia. L’imperatore sarebbe morto 3 anni dopo – nel 211 – nel territorio attualmente parte di York, a una sessantina di chilometri da questo forte, che era stato in qualche modo dedicato a Giulia Domna, moglie dell’imperatore Settimio Severo stesso e madre di Caracalla.