Gli archeologi in Kazakistan hanno scoperto una tomba appartenente all’età del Bronzo nella quale sono stati trovati i resti di una ragazza sepolta insieme a vari oggetti tra i quali un mucchio di astragali – 180, complessivamente – e un disco di bronzo – un piccolo specchio, in origine? – sul quale è incisa la figura della rana. Nella tomba sono state trovate punte di armi e una ciotola metallica. I ricercatori stanno lavorando in questa zona ad Ainabulak (scritto anche come Aynabulaq o Aina-bulak), un villaggio nell’est del Paese dal 2017. I ricercatori hanno scoperto più di 100 lapidi risalenti all’Età del Bronzo, compresa questa trovata il 2 agosto, che ha portato successivamente alla luce la singolare sepoltura dell’adolescente.
Una quantità notevole di astragali di pecore e bovini e la figura sacra della rana, legato al culto delle acque e alla fertilità di uomini e animali potrebbe indurre a pensare che la giovane donna fosse una sorta di sacerdotessa, chiamata dalla propria comunità a predire il futuro. La contestuale presenza di lame di spada lascerebbe intendere che essa appartenesse a una famiglia di guerrieri, collocata ai vertici della comunità.
Le persone che sviluppavano doti di chiaroveggenza erano infatti in grado di portare alla luce nodi nascosti e di evidenziare zone d’ombra delle vite della comunità e dei singoli. Quindi non sparavano sentenze, ma configuravano un “mondo delle possibilità” invitando a meditare attorno alle conseguenze che un atto potesse avere nel futuro. Si può anche ritenere che queste maghe fossero particolarmente perspicaci, attente all’ambiente e alle persone da cui erano circondate.
L’astragalo – che veniva utilizzato nel campo della chiaroveggenza – è un osso situato alla giuntura della gamba e del piede dell’uomo, e negli arti posteriori dei quadrupedi. Gli astragali erano usati sia come gioco da tavolo – qualcosa di simile al gioco dei dadi – che per la previsione del futuro.
Questa pratica risalirebbe all’antico Egitto e nel corso dei secoli se ne sono elaborate molte varianti. Secondo un mito greco conosciuto grazie ai “Proverbi” di Zenobio (I secolo d.C.) fu la dea Atena a inventare il gioco divinatorio degli astragali. Inoltre, è certo che l’uso sacerdotale degli astragali era praticato dagli indovini del Tempio di Eracle a Bura, in Acaia. Verosimilmente è dagli astragali che nacquero i Kiboi, “cubi”, vale a dire i dadi numerati, da cui deriva il termine cubomanzia. Probabilmente la cubomanzia si trasformò, già in epoca antichissima, in un gioco d’azzardo; si conoscono numerose raffigurazioni, su vasi attici del VI-IV secolo a.C., di soldati greci intenti a giocare a dadi.
L’imperatore Tiberio si recava spesso a consultare il cosiddetto “oracolo di Gerione” presso le Terme di Abano, dove un sacerdote prevedeva il futuro per mezzo di tre dadi d’oro. Si sa pure che l’imperatore Claudio era talmente esperto di cubomanzia da scrivere un trattato, di cui non è rimasta traccia. I sistemi in uso in epoca romana si sono poi tramandati nel Medioevo.
Tra i romani, con il tempo, la divinazione si spostò sull’uso dei dadi che derivò proprio dagli astragli. Il metodo più semplice comportava l’uso di tre dadi. Ecco alcune combinazioni e il relativo significato:
666= il cosiddetto “colpo di Venere”, significa che i desideri si avvereranno;
662= significa successo, ma non senza difficoltà;
644= è meglio abbandonare il progetto elaborato;
111= il cosiddetto “colpo del cane”, significa che niente di ciò che si desidera si avvererà.
I ricchi manufatti nella sua tomba danno indizi sul ruolo eminente da lei svolto nella comunità nell’età del Bronzo tra il 3200 a.C. e il 1000 a.C.
L’archeologo Rinat Zhumatayev, responsabile degli scavi e direttore del Dipartimento di Archeologia, Etnologia e Museo dell’Università Nazionale Al-Farabi Kazakh in Kazakhstan, ha dichiarato che: “la giovane donna è stata sepolta inclinata sul lato sinistro. c’erano piccoli orecchini di filo presso le orecchie e perline sul collo. ”
Ma c’è stata un’altra opera che ha attirato l’attenzione degli archeologi: un disco di lamiera di bronzo con una figura di rana al centro. Questa scoperta indica che un oggetto del genere è stato scoperto per la prima volta in Kazakistan.
Zhumatayev dice: “L’immagine della rana ha avuto significati diversi tra molti popoli fin dall’antichità. L’immagine di una donna che partorisce è associata alla cultura dell’acqua… Ma studieremo l’oggetto con la massima accuratezza, in ogni sua connotazione iconografica e simbolica.”
Secondo gli archeologi, l’interessante oggetto in bronzo raffigurante una rana potrebbe essere simbolo di fertilità o gravidanza.