Il ricercatore archeologico Priit Lätti del Museo marittimo estone ha recentemente condiviso scoperte straordinarie provenienti dallo studio condotto su un relitto marino medievale, scoperto a Lootsi. Durante la trasmissione “Terevision”, Lätti ha presentato una serie di manufatti recuperati dalla nave, tra cui un oggetto di particolare rilevanza: la più antica bussola a secco d’Europa ancora perfettamente funzionante, che vediamo nella fotografia sottostante.
La creazione della bussola è attribuita ai cinesi. Furono loro a scoprire il campo magnetico terrestre e, inizialmente, utilizzarono questa scoperta come un intrattenimento: lanciavano lancette magnetizzate come si farebbe con i dadi, stupendo gli spettatori quando indicavano sempre il nord. Ci volle del tempo prima che questa attrazione circense trovasse applicazione nella navigazione. Con la conoscenza della posizione del nord, diventò possibile identificare il sud come la direzione opposta, mentre est e ovest erano rispettivamente alla destra e alla sinistra dell’osservatore rivolto verso il nord. La bussola fu introdotta in Europa nel XII secolo attraverso gli arabi e gli amalfitani. Il primo riferimento all’uso della bussola nella navigazione in Europa occidentale si trova nel De nominibus utensilium di Alexander Neckam (1180-1187).
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La bussola del relitto è costituita da alcuni piani metallici che garantivano all’ago di non partecipare al moto della nave, lasciandolo ad indicare la direzione esatta, da cui discende ogni altra direzione.
Ma torniamo al relitto. Esso era stipato di materiali d’uso, conchiusi nel fasciame. “I nostri relitti, in Estonia, sono pieni di reperti, e i reperti sono collocati da parete a parete, dandoci indizi su tutto, dalle abitudini alimentari a bordo all’abbigliamento alle attrezzature di navigazione”, ha detto l’archeologo.
La nave affondò a ridosso della costa, area che poi, nei secoli, fu oggetto di urbanizzazione. Tutto si è conservato grazie alla mancanza di ossigeno e all’azione associata della fanghiglia del fondale e del sale marino. Spesso, in aree paludose, i reperti organici si conservano perfettamente proprio a causa della mancanza di ossigeno che impedisce i processi putrefattivi.
E’ probabile che anche i resti umani, in queste condizioni, avrebbero potuto resistere per secoli. I cosiddetti corpi di palude, cadaveri mummificati naturalmente nelle paludi del nord Europa, resistono anche per millenni.
L’archeologo Lätti ha evidenziato l’esistenza dei resti ben conservati di una seconda nave, ancor più antica, situata nei pressi di Lootsi tänav. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di conservare il secondo relitto sottoterra, per il momento, affermando che la conservazione dei materiali, in quelle condizioni, è perfetta. Lätti ha sostenuto che la tecnologia di ricerca, in costante evoluzione, potrà consentire il recupero di informazioni ancor più precise.
Il relitto di Lootsi, quello sottoposto a scavo, appartenente a una nave medievale straordinariamente ben conservata e classificata tra le più grandi d’Europa, è stato scoperto nei pressi del porto della città vecchia di Tallinn nel 2022. Gli scavi sono stati condotti sotto la guida di Mihkel Tammet e Silver Jäger.
Attraverso l’utilizzo della datazione con la dendrocronologia, che si basa sulla sequenza degli anelli degli alberi per stabilire una data certa, i ricercatori del museo hanno datato il legno utilizzato per la costruzione della nave intorno al 1360. Attorno a quell’anno furono tagliati gli alberi per la realizzazione della nave stessa. Gli scavi a Lootsi tänav e la successiva opera di scavo del relitto nel museo hanno portato alla luce una vasta gamma di reperti significativi, tra cui strumenti di navigazione, scarpe di cuoio e armi.
Lätti ha riferito che le scarpe ritrovate mostravano segni evidenti di usura, alcune addirittura riparate in modo pratico. Le analisi delle calzature suggerisce che esse non erano state quindi caricate per un trasporto finalizzato alla vendita, ma appartenevano ai marinai. la nave potrebbe essere stata coinvolta in un incidente, indicando che l’equipaggio potrebbe essere sceso rapidamente dalla nave, lasciando tutto in uno stato di caos. La barca è affondata senza particolari sconvolgimenti dei piani.
Un reperto di particolare interesse presentato da Lätti è un cucchiaio di legno risalente al 1300, presumibilmente utilizzato per consumare pasti simili al porridge. Tuttavia, ciò che ha catturato l’attenzione sono i resti sorprendentemente conservati di due ratti marini e di una bussola navale, ritenuta la più antica del suo genere sopravvissuta in Europa. Che dire dei topi mummificati e perfettamente conservati per secoli e secoli? Essi non sono riusciti – come vuole l’antico adagio, ad abbandonare la nave prima del disastro. Forse, invece, l’equipaggio riuscì a portarsi precipitosamente in salvo.
Il relitto è attualmente oggetto di lavoro da parte degli archeologi del Museo marittimo estone e dei conservatori finlandesi. Lätti ha affermato che le navi medievali dell’Estonia si distinguono da altri reperti simili in Europa perché non sono vuote. A differenza delle navi medievali tedesche e olandesi, spesso prive di reperti, le navi estoni sono ricche di manufatti che forniscono preziosi indizi sulle abitudini alimentari, sull’abbigliamento e sull’attrezzatura di navigazione dell’epoca.