Allarme tombaroli per queste statue romane, sperdute in una gola montana. Che tesori nascondono? Chi le realizzò? E perché?

i tombaroli cercano di capire dove siano i depositi sacri o le tombe. E scavano. Qualcuno ha persino pensato di intaccare le figure, ritenendo che i corredi funerari possano essere nascosti dietro i rilievi stessi. I rilievi hanno subito notevoli danni a causa di cacciatori di tesori che presumevano la presenza di oro all'interno delle sculture stesse. I rapporti indicano che queste azioni hanno inflitto gravi danni al sito, mettendo a rischio il suo valore storico e artistico. E gli scavi abusivi proseguono
La parete con i rilievi di personaggi romani scolpit. Foto di .Martincarpio1973 Wikimedia Commons  CC BY-SA 4.0

di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

08 gennaio 2024 – Il sito archeologico romano di Adamkayalar, situato nella provincia meridionale di Mersin, Turchia, è al centro di un appello urgente da parte di accademici e archeologi per una protezione immediata. Questi antichi rilievi romani hanno subito atti vandalici da parte di cacciatori di tesori alla ricerca di presunti tesori sepolti, che stanno mettendo a rischio un patrimonio di inestimabile valore storico e artistico.

Adamkayalar si trova sulle pendici meridionali dei Monti Toros, a 7 chilometri dal paese marittimo di Kızkalesi e dalla costa mediterranea.
Per raggiungere Adamkayalar, i viaggiatori devono percorrere una strada asfaltata che risale verso i monti per 5 chilometri dal villaggio. Gli ultimi 2 chilometri devono essere percorsi a piedi, abbandonando la strada e percorrendo il sentiero che conduce a una gola chiamata Şeytanderesi.

Sul versante delle rocce di fronte alla gola, sono presenti figure scolpite in nove nicchie. Queste rappresentano undici uomini, quattro donne, due bambini e uno stambecco. Il termine “Adamkayalar” tradotto significa, appunto, “Uomini-rocce”. Sono qui presenti anche le figure di aquile romane. Non esistono documenti che ne spieghino l’origine, ma è probabile che risalgano al I-II secolo d.C Certamente sono state realizzate durante l’occupazione romana. La presenza di cavità alla base della roccia stessa induce a pensare che il monumento potesse aver avuto la funzione sepolcrale, ma al tempo stesso politica. Le presenza di quelle figure potrebbe essere spiegata alla luce di uno snodo stradale montano dell’antichità, che indicasse l’accesso a un dato territorio, quindi all’azione di una famiglia di romani o a una famiglia locale romanizzata che gestisse il controllo della zona. Sotto il profilo iconografico è ben evidente, oltre al ricordo di ogni singolo personaggio, la possente celebrazione della romanità.

La gente si stabilì qui per tenere sotto controllo le strade della valle verso l’entroterra. In epoca ellenistica lungo questa linea c’erano molte fortificazioni. Nel luogo in cui si trovano i rilievi, sia i passanti che le persone che utilizzavano la strada della valle per scopi commerciali potevano essere facilmente controllati.

Proprio per questo i tombaroli cercano di capire dove siano i depositi sacri o le tombe. E scavano. Qualcuno ha persino pensato di intaccare le figure, ritenendo che i corredi funerari possano essere nascosti dietro i rilievi stessi. I rilievi hanno subito notevoli danni a causa di cacciatori di tesori che presumevano la presenza di oro all’interno delle sculture stesse. I rapporti indicano che queste azioni hanno inflitto gravi danni al sito, mettendo a rischio il suo valore storico e artistico. E gli scavi abusivi proseguono.

Il presidente del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Mersin, Murat Durukan, ha sottolineato l’importanza di Adamkayalar, paragonandola a regioni di fama mondiale come Nemrut e Göbeklitepe. Egli ha dichiarato che è imperativo designare Adamkayalar come sito archeologico e implementare immediatamente un progetto di protezione.

La gola montana è certamente legata all’antica città di Corico (oggi il paese balneare Kızkalesi, che conta poco meno di 2mila residenti). Corico fu un rifugio per pirati ma la sua situazione cambiò quando Gneo Pompeo Magno li sconfisse nella battaglia di Korakesion (l’attuale Alanya) nel 67 a.C. Una parte dei pirati deportati fu destinata alla Grecia e un’altra parte alla Puglia. Tra costoro c’era un personaggio noto come “il vecchio di Corico,” menzionato da Virgilio nel IV libro delle Georgiche (vv. 125-150), il quale viveva felicemente nel suo piccolo campo presso Taranto.

Successivamente, Corico fu trasformata in una stazione navale romana. E’ evidente che la gestione dei passi montani a poche miglia dal porto fosse cruciale. Al punto da giustificare la presenza di forti e di insediamenti stabili di militari e di civili. In questa cornice si inseriscono le splendide figure della gola montana.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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